“C’è molto per cui non essere soddisfatti perché il tema previdenziale fino ad ora è stato ignorato dal governo”. Lo ha detto Roberto Ghiselli, Segretario confederale della CGIL Nazionale e responsabile previdenza durante la trasmissione Restart 264, condotta da Aurora Vena e Lorenzo Capezzuoli Ranchi.

“Abbiamo da mesi sollecitato un incontro per ridiscutere il sistema e dare delle risposte certe e durature alla nostra gente: lavoratori e lavoratrici di tutte le generazioni. Le più anziane ma anche soprattutto le più giovani – sottolinea Ghiselli – Abbiamo sempre manifestato una grande disponibilità a discutere però non c’è stata data questa possibilità. Nell’incontro di qualche giorno fa c’è stato prospettato un percorso che naturalmente per noi è inaccettabile, che prevede fondamentalmente il ritorno alla normativa precedente, quello che il presidente Draghi definisce ‘la normalità’. Con qualche ritocco appena ad alcuni istituiti che già sono in essere e verrebbero prorogati solo di un anno. Come l’APE sociale e l’intervento su opzione donna”.

“Quota 100 – chiarisce Ghiselli – non era una proposta sindacale. Era un’opportunità ma come poi si è dimostrato ha riguardato pochissime persone. Meno di un terzo di quelle che erano preventivate soprattutto non ha tutelato le fasce più deboli del mercato del lavoro: le donne, chi fa lavori discontinui, chi lavora nelle piccole imprese. Ora c’è un problema che si genera nel momento in cui si interrompe questa misura e vi sono persone che, magari nate un mese dopo, si trovano ad avere una possibilità di pensionamento posticipato di tre/quattro, fino al limite massimo di cinque anni, rispetto al coetaneo che è nato un mese prima. Quindi evitare questo scalone è sicuramente un tema oggettivo. La proposta di 102 non risolve assolutamente questo problema” ha concluso Ghiselli.

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