Andare oltre la realtà, sviluppare le conoscenze potenziando mezzi e stimolando il rapporto che il contemporaneo sta allacciando con la tradizione classica. Questa è l’azione dei centri culturali, gli hub dedicati a dare spazio all’arte, gallerie e musei che stanno puntando sempre di più nella teatralizzazione delle proprie collezioni.
Un meccanismo di ibridazione che sfida le frontiere delle possibilità dell’arte, fornendo la possibilità di attivare il principio di osservazione e conoscenza tramite approfondimenti e installazioni che combinano tecnologie trasmissive e riflessive. Realtà virtuale, Intelligenza artificiale, video mapping e installazioni rivoluzionano il linguaggio artistico ampliandolo ed estendendo e mettendosi a servizio dell’arte.
Ma quando l’intelligenza artificiale inizierà a plasmare la nostra vita quotidiana?

Utilizzando sistemi di robotica, Intelligenza Artificiale (AI) e software generativi, la tecnologia computazionale si trasforma in una nuova tavolozza: dipinti rinascimentali e del barocco si mutano in complesse composizioni digitali attraverso metodi computazionali, e sculture ispirate alla tecnica michelangiolesca del non-finito, ma scolpite con mezzi robotici. Seguono rappresentazioni della natura, prodotto di un’arte generativa che evidenzia l’affascinante – benché paradossale – somiglianza tra il mondo naturale e quello digitale. E’ quanto accade, per esempio, a Palazzo Cipolla che, dal 29 settembre, ospita la prima grande personale nella Capitale di Quayola.

Classe 1982, artista di origine romana e tra i più importanti esponenti della media-art a livello internazionale, Quayola appartiene a quella rara dinastia di creatori d’arte che, inventando un loro codice espressivo personale e nuovo linguaggio artistico/comunicativo, hanno ri-masterizzato la storia dell’arte attraverso la sua visione.
In questi spazi, gli spettatori hanno la possibilità di confrontarsi con le incredibili potenzialità artistiche di questi mezzi espressivi – lontane dai cliché di una tecnologia disumanizzata – e di acquisire, inoltre, indispensabili strumenti di lettura della nostra società contemporanea: una reinterpretazione del “classico” messo a confronto con le grandi opere di Maestri come Raffaello, Botticelli, Rubens, Bernini, riprodotte su “cartelli pedagogici” non solo per facilitare la visita, ma allo stesso tempo per fare da guida nell’esplorazione e nella comprensione del “codice Quayola”.

Nella nostra era digitale, l’arte di Quayola ci aiuta a pensare e capire il mondo in cui viviamo. Sviluppando opere che assumono sia una forma immateriale (come i video) che materiale (come le stampe o le sculture), l’artista ci illumina sul paradosso di un’immaterialità che è di fatto una nuova forma di materialità. Il giusto linguaggio per esprimere una visione del mondo del XXI secolo.

Questa sera il programma Babylon, curato e condotto da Francesca Pierri e Alessio Moriggi, in onda dal lunedì al venerdì alle ore 20.00 sul canale 264 del dtt ospiterà in collegamento Valentino Catricalà, curatore d’Arte Contemporanea sull’argomento.