Italo Moscati, scrittore, regista e autore della prefazione del libro “Nei Centri Commerciali Non C’è Vento – Quaderno di un Perditempo”, di Paolo Silvestrini, sarà ospite a Mattina con noi, lunedì 1 novembre sul canale 264 del DTT: Cusano Italia TV. Riflettori accesi su uno dei settori più in ascesa dell’Università Niccolò Cusano: Edicusano, la casa editrice dell’Ateneo. Professori, autori e chiunque altro abbia un’opera letteraria chiusa nel cassetto dei segreti può rispolverare ed esaudire il desiderio. Paolo Silvestrini, scrittore, abile cuoco e gerontofilo, come si è autodefinito, è l’ultimo autore arrivato con la sua settima opera. “Parlo di politica, amore, amicizia, gente che non c’è più. Ho perso tanti amici, molti erano personaggi dello spettacolo – ha spiegato Paolo Silvestrini in alcune anticipazioni – nel libro parlo della parola fine, della morte, da cui fuggiamo, ma che fa parte della vita.”

Italo Moscati: “Viviamo in un periodo di scarsa serenità”

Il tema della morte, presente, continuo e persecutorio, nel sistema della comunicazione contemporanea ci rende paurosi, ci tiene continuamente in allerta. “Sono stati emotivi direttamente conseguenti al tempo che viviamo, di scarsa serenità – ha osservato Italo Moscati, scrittore e regista – il caso di Catania, l’invasione d’acqua, e tutte le immagini che abbiamo visto ci hanno trovati impreparati ancora una volta. Si è trattato di una montagna d’acqua che ha occupato gli spazi della città all’improvviso, e si è portata tutto via. Il menù comunicativo quotidiano ci tiene sempre in allerta, com’è successo col Covid.”

Italo Moscati: l’utilità della noia e della solitudine

Durante la pandemia “mi sono sentito come continuamente in vacanza – ha affermato Paolo Silvestrini – l’ho passata a mangiare, sono un cuoco, ho usufruito della solitudine e della noia, che trovo costruttiva. Adesso i bambini fanno corsi per scacciare via la noia. Non va bene. La noia è fondamentale, ne faccio un uso abituale. La noia e la solitudine le sopporto e non le sopporto.” Nei Centri Commerciali Non C’è Vento è frutto di momenti di noia, dopotutto parliamo di un perditempo sovente in sofferenza, causa batticuorismo. “Sono una persona che si innamora tutti i giorni”, ha incalzato Silvestrini.

Nei Centri Commerciali Non C’è Vento è dedicato, tra gli altri, ad Elio Pandolfi

Italo Moscati sul libro ha spiegato: “E’ una pioggia di parole e di fatti, dedicato tra gli altri al grande Elio Pandolfi, personaggio dello spettacolo diverso dai soliti: persona profondissima e di grande equilibrio. Sono personalità che anche quando se ne vanno entrano nei ricordi, muovono simpatie che non si cancellano.” Su Elio, l’autore Paolo Silvestrini ha notato: “Anche sul finale era troppo divertente: diceva il funerale no, ma l’estrema unzione sì altrimenti rischio di arrivare asciutto al forno. La sua era un’ironia straordinaria, lo ringrazierò per tutta la vita. Elio era un personaggio nella vita, poi sullo schermo e infine sul palco. Elio ha avuto la grandezza attoriale di Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Nino Manfredi, anzi anche di più: sapeva fare più cose. La nostra era solo amicizia: pranzi e cene insieme. Al momento sto preparando dei documentari, vorrei ricordarlo una volta l’anno tutti gli anni.”

Cinema e teatro senza personaggi, né cultura

Su Elio Pandolfi Moscati si è mostrato concorde ed entusiasta. “Era una moltitudine di personaggi, con una certa genialità. Elio sapeva di più di quello che potevi immaginare, i teatranti, la gente di cinema aveva qualcosa di più profondo in passato. Erano personaggi più curiosi, leggevano, si nutrivano di teatro, erano persone di cultura. Oggi ci sono persone fatte a posto per impersonare ruoli senza contenuto – ha evidenziato Moscati – il mondo del cinema e del teatro vivono un vuoto profondo. Mi sono molto affezionato ad Elio Pandolfi per la leggerezza, qualunque cosa facesse. Questo incanto non è soltanto leggerezza ma anche profondità. C’è stato un momento storico in cui la profondità era accompagnata dalla leggerezza, la cultura attuale è sommersa da gente che parla, ma non interpreta, legge, ma non comunica.” Si è perso “il senso dell’eleganza – si è congedato Silvestrini – stavo leggendo la leggerezza nel libro Lezioni Americane di Italo Calvino, e con la molteplicità, la sinteticità andrebbero reimparate.”