L’Aula di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola”, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, che ha fatto saltare l’esame degli articoli ed emendamenti al ddl Zan. Sul tema del voto segreto, Dario Parrini, senatore del Pd, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Voto segreto sul ddl Zan

“A giudizio mio e di molti altri non c’erano le condizioni per il voto segreto –ha affermato Parrini-. Alla luce del regolamento del Senato, non c’erano gli elementi per concedere lo scrutinio segreto su un voto di carattere generale che investiva il complesso del provvedimento, non un singolo emendamento. Voto annullabile? No perché la presidente del Senato è la giudice dell’interpretazione del regolamento quindi è insindacabile la sua decisione. Ho stima della presidente, non mi sognerei mai di accusarla di parzialità, ma ha fatto una scelta politica per me non condivisibile. Al suo posto avrei convocato la Giunta del regolamento, che è un organo consultivo”.

L’utilità del voto segreto

“Il voto segreto nasce storicamente come una protezione dell’indipendenza del parlamentare e del suo diritto di non essere esposto a ritorsioni politiche per le decisione che assume. Questo è giusto, ma dovrebbe essere attuato per un ristretto numero di situazioni. Sulle questioni politiche che non riguardano una sola persona, ma una comunità intera, un rappresentante del popolo dovrebbe metterci la faccia sempre. La regola deve essere quella della trasparenza, quindi del voto palese, con pochissime e limitatissime eccezioni”.