Parte il Master di II livello in “I Crediti Deteriorati di Origine Bancaria gli Npl” all’Unicusano

L’Università degli Studi Niccolò Cusano si conferma un Ateneo al passo con i tempi. La Cusano ha infatti attivato, in partnership didattica con “UnicorNpl S.r.l”, per l’Anno Accademico 2021/2022, il Master di II livello in “I Crediti Deteriorati di Origine Bancaria gli Npl” afferente alla Facoltà di Economia, di durata pari a 1500 ore.

A curare il progetto è l’Avvocato Francesco Curti, patrocinante in Cassazione e presso le Giurisdizioni Superiori, convenzionato con alcuni dei maggiori Players del settore (Istituti di Credito, Fondi di investimento, SGR e Società finanziarie) per i quali presta attività di management e contenzioso, e vanta un’esperienza quasi ventennale nell’ambito degli Npls e degli Utp.

Crediti deteriorati, cosa sono?

I “crediti problematici”, in generale, sono quei crediti di origine bancaria in cui il debitore si trova in una situazione di insolvenza, anche temporanea. Questo tipo di situazione diventa, a livello bancario, dapprima una morosità, poi un “incaglio”, fino a sfociare  nella condizione più grave denominata  “sofferenza” (Npl).

Un classico esempio di “credito deteriorato” è il credito di origine bancaria derivante dalla concessione di un mutuo con un andamento di rimborso non regolare. Quando un soggetto non adempie  al versamento di alcune rate si parla di semplice morosità (in inglese past due). In questo caso, il creditore si limerà ad adottare quelle attività di “stimolo” affinché il debitore provveda, quanto prima, al pagamento delle singole rate scadute.

Se l’inadempimento dovesse invece perdurare, con l’ovvia conseguenza di aumento del numero delle rate insolute, allora si parlerà di incaglio. Questa situazione rientra nella categoria dei crediti classificati dall’EBA come UTP.

Il creditore, in questa seconda fase, acquista la consapevolezza delle conclamate difficoltà di adempimento da parte del  debitore, riconoscerà che le sue aspettative di recupero  non potranno più  essere quelle contrattuali e secondo le scadenze prestabile.

In questa fase, il creditorie inizierà a porre in essere, anche tramite l’ausilio di terzi, le classiche attività di recupero del credito, sia stragiudiziali che giudiziali. Il creditore potrebbe anche facilitare il rientro del debitore, qualora ne sussistano i presupposti, modificando le condizioni del finanziamento, posticipando le singole  scadenze  ovvero erogando nuova finanza. In questo stato dell’esposizione il fine ultimo del creditore è comunque quello di ripristinare il regolare andamento del rapporto atteso che lo stesso è ancora in “bonis”. In ogni caso il debitore potrà essere chiamato a rispondere solo ed unicamente delle singole rate scadute.

Qualora, invece, il rapporto dovesse ulteriormente deteriorarsi,  proseguendo lo stato di inadempimento  e conclamandosi l’impossibilità da parte del debitore di rientrare spontaneamente della propria esposizione,  si provvederà alla successiva classificazione del rapporto  “a sofferenza”, con la conseguente “revoca” del finanziamento, che comporterà  la conseguente decadenza, da parte del debitore, del beneficio del termine concesso per la restituzione rateale delle somme mutuate. A seguito della “revoca” e della classificazione a sofferenza del rapporto bancario, la banca potrà pretendere l’immediata restituzione dell’intero finanziamento erogato.

L’UTP diventa quindi un NPL, “Non Performing Loan”.

Da questo momento, l’obbligato verrà segnalato in centrale rischi come cattivo pagatore e la banca avrà diritto, come detto, a pretendere il pagamento immediato dell’intero credito, ovvero, non solo delle rate scadute, ma dell’intero capitare aumentato degli interessi e delle eventuali spese sostenute per il recupero.

In linea generale, tale mutamento della situazione oggettiva, oltre alla evidente problematicità per il debitore, comporterà anche una serie di adempimenti per la banca. Difatti, volturare a sofferenza una posizione,  significa per l’istituto di credito la necessità di procedere con un accantonamento a bilancio. In altre parole la banca dovrà accantonare una somma di denaro pari alla perdita che presumibilmente sopporterà per quella posizione. Negli ultimi anni tale obbligo ha costituito per le banche un notevole impegno economico. Per evitare che ogni paese andasse in ordine sparso, l’EBA (Autorità Bancaria Europea) ha imposto alcune regole affinché le banche seguissero delle regoli e delle tempistiche comuni nella classificazione dei crediti problematici. Da ultimo e non senza polemiche da parte degli addetti ai lavori, è stato emanato il c.d. Calendar Provisioning.

 

Quali danni hanno comportato?

Il problema dei crediti deteriorati per le banca è duplice. Da una parte, infatti, vi è quello del mancato incasso e dell’altra quello della necessaria costituzione di apposite riserve per coprire le perdite. Ovviamente, nel momento in cui una posizione viene volturata a sofferenza, per la banca è quasi un’ammissione di aver male erogato il relativo finanziamento. Siccome esistono dei paramenti di equilibrio tra finanziamenti erogabili e sofferenze, una banca con un bilancio caratterizzato da un numero elevato di crediti deteriorati, si vedrebbe preclusa la possibilità ad effettuare nuova finanza. Quanto alla costituitone degli accantonamenti, poi, spesso non sono sufficienti nemmeno gli utili della banca per coprirli, richiedendo quindi ai soci di provvedervi mediante l’immissione di nuovo capitale (aumento del capitale).

L’andamento delle sofferenze, specie quelle ipotecarie,  è strettamente legato all’andamento del mercato immobiliare, essendo proprio gli immobili le prime e principale garanzie richieste al momento della concessione dei finanziamenti.

Nel 2008 c’è stato un vero e proprio crollo del mercato  immobiliare con la conseguenza che il valore  dei cespiti è divenuta di fatto insufficiente a coprire il finanziamenti erogato.

Dopo tale data, le aspettative di recupero dei crediti da parte delle banche sono state fortemente compromesse.  La vendita forzata  di questi i immobili in sede esecutiva, infatti, ha prodotto, a causa dei prezzi di aggiudicazione molto inferiori al proprio credito, enormi perdite, che hanno obbligato gli istituti ad effettuare diversi accantonamenti e facendo emergere il problema in tutta la sua devastante portata.

Questo scenario non ha comportato un danno esclusivamente dal lato banca, ma ha ulteriormente penalizzato molti  debitori che, vedendosi ridotto sensibilmente il valore del proprio immobile a seguito della vendita giudiziaria, non solo hanno perso la proprietà del medesimo, ma si sono anche visti “consolidare” nello status di debitore per il residuo credito non soddisfatto con la vendita forzata. Residuo credito che, molto spesso, ha comportato l’avvio di ulteriori azioni nei confronti dello stesso, come pignoramenti su altri immobili o sullo stipendio.

Per ovviare a questa situazione, specie dal 2010, si è intensificata la vendita di questi crediti da parte delle banche  a soggetti particolari secondo le regole della cartolarizzazione dei crediti e di cui alla Legge 130/99 e successive modifiche. In questa maniera e senza entrare ora nel merito, le banche hanno potuto rapidamente disfarsi dai propri bilanci ti tutti questi crediti di difficile se non impossibile riscossione.

Oggi, nonostante la pandemia, la situazione risulta leggermente cambiata e si assiste ad una piccola ma indicativa ripresa del mercato immobiliare. Ciò nonostante, si continua troppo spesso ad assistere, specie in provincia, ad aste aggiudicate in secondo o terzo esperimento, con abbattimenti importanti del reale valore di mercato, soprattutto in provincia.

Il master che cosa insegna?

Affronteremo tutti gli argomenti inerenti gli NPL. Si partirà dalle lezioni teoriche, quindi, si analizzerà il concetto di credito; si studieranno le tipologie di contratti bancari, le garanzie, la terminologia di questo settore e tutti gli aspetti giudiziali, come il titolo esecutivo in genere, il decreto ingiuntivo, le procedure esecutive e concorsuali. Temi questi, necessari per poter calarsi in questo mondo e prepararsi ad affrontare le relative tematiche tecnico-pratiche.

Gli ulteriori moduli, saranno prettamente pratici, finalizzati all’acquisizione delle capacità necessarie per gestire un credito, saperlo valutare sia da un punto di vista manageriale che imprenditoriale (acquisto), con l’obiettivo di apprendere le conoscenze utili per valutare le possibilità e tempistiche di recupero per ogni singola posizione, su tutto il territorio nazionale, facendo anche pratica su sistemi gestionali utilizzati da alcuni players del settore.

Verrà trattata in particolare la cessione del credito, ovvero, l’analisi delle singole operazioni di acquisto, gestione e recupero della creditoria dal lato dell’investitore.

La finalità del master  è quella di trasmettere agli studenti  sia la di capacità di management del singolo NPL, e quindi della tipica attività richiesta a chi volesse entrare nella compagine societaria di una banca o di un servicer, sia quella di saper valutare e costruire come advisor  le operazioni di acquisto dei crediti, ponendo in essere quelle attività di due diligence e di gestione per trasformare una sofferenza in un investimento.

Molto interessanti saranno gli interventi in alcune lezioni registrate ed anche in presenza, di alti funzionari dei principali servicer italiani, con i quali saranno affrontati i principali temi della materia.

Gli studenti maggiormente meritevoli avranno la possibilità di partecipare a stage organizzati da alcuni servicer in partnership con la UnicorNpl.