La Scuola deve essere intesa come quel luogo dove, tra apprendimento, socialità e relazione, si acquisiscano le capacità per costruire la comunità del futuro. E’ questo, in grande sintesi, il messaggio inviato dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dal Salone della Giustizia attraverso un video messaggio:
“È un tema cruciale affrontato dalla nostra Costituzione fin dall’inizio in quel bellissimo articolo 2 che si rispecchia nell’istruzione ed in cui si scrive che la Repubblica riconosce e tutela i diritti individuali ma nel contempo richiede il dovere della solidarietà”.
Bianchi si sofferma poi sulla centralità dell’Istruzione come motore del cambiamento, un cambiamento che oggi viene visto non solo come possibile ed auspicabile ma, molto più perentoriamente, doveroso:
“L’attenzione alla scuola ed all’istruzione derubricano individualismo e populismo e possono favorire la nascita di un movimento Paese proiettato verso salute, giustizia, ambiente, uguaglianza che sia artefice del grande cambiamento”.
L’altro tema caldo toccato dal Ministro è quello della scuola che ha smesso da troppi anni di rappresentare la possibilità di riscatto per chi parte da situazioni sfavorevoli, di svantaggio economico e sociale. La filiera dell’istruzione che rappresentava l’ascensore sociale del nostro Paese, oggi rimarca drammaticamente i gap e le differenze:
“La Repubblica riconosce il diritto individuale alla formazione personale per partecipare alla vita collettiva ed affermare se stessi, in un dovere collettivo di solidarietà, che in un paese significa che tutti devono avere le stesse opportunità a partire dalla nascita”, ricorda Bianchi.
Il progetto di rilancio prevede uno sforzo massiccio che parta direttamente dal Mezzogiorno, laddove troppe Regioni continuano a evidenziare uno stato di pseudo abbandono che si palesa attraverso la mancanza cronica di servizi, dal tempo pieno alle mense, dall’asilo nido alle scuole di secondo grado superiore. E’ per questo che ben il 40% dei fondi destinati alla scuola derivanti dal Pnrr sarà destinato al Sud del Paese:
“Abbiamo voluto un intervento massiccio senza precedenti sugli asili nido da cui si misurano le prime opportunità e si favoriscono possibilità per le giovani famiglie di avere figli e per le donne di partecipare alla vita collettiva“, che in quanto mancanti oggettivamente nelle regioni del sud “determinano una ingiustizia”.
La scuola deve rendere capaci di costruire comunità: “Per questo è necessario ripartire dall’indice di dispersione scolastica, in media in Italia leggermente superiore rispetto al livello europeo ma con regioni come la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Sardegna con indice di dispersione altissimo, che in alcune periferie urbane tocca circa il 30%”. C’è anche il dramma della dispersione implicita “cioè si arriva alla maturità senza aver conseguito le conoscenze minime necessarie per considerarsi appetibili per il mercato del lavoro”.