Dopo il ko all’ATP di Vienna è il momento delle riflessioni. Ne è passato di tempo da quando Fabio Fognini ha vinto il torneo di Montecarlo. Era la domenica di Pasqua e sui tavoli dei commensali, quando non c’era distanziamento, tutti avevano gli occhi da un’altra parte. Chi al telefono, chi al televisore. Tutti a vedere Fabio Fognini sconfiggere il serbo Dusan Lajovic in due set. Fu una Pasqua felice per gli italiani, figuriamoci per gli amanti del tennis. Figuriamoci, a maggior ragione, per Fabio e per Flavia Pennetta, la sua compagna.

Oggi, a distanza di quasi due anni, si pensa al futuro. Fabrizio Moro canta “a un passo da domani, a un passo ormai da te”. Fognini sa che è a un passo dal ritiro, quel domani che, prima o poi, deve arrivare per tutti. Allora, per metabolizzarlo, sceglie la clemenza e la consapevolezza.

“Sarò in campo per almeno altri tre anni. Per me, una volta ritirato, sarà come ripartire da zero”

Il ritiro, confessa Fognini, poteva arrivare anche prima. L’uomo cresciuto in quel di Sanremo ha confessato di aver temuto in una fine prematura. L’operazione alle caviglie, per un tennista, può essere un macigno difficile da scrostarsi di dosso, ma il tennista ci è riuscito alla grande. Ora si impegna per “ritrovare la migliore condizione”, visto il ritmo altalenante con il quale si muove il tennis a causa della pandemia.

Lo sguardo al futuro è proiettato anche sugli altri, in particolare sui nostri giovani italiani. Parole d’elogio per Matteo Berrettini e Jannik Sinner, ai quali augura il meglio e un domani roseo. Fognini ha inoltre aggiunto che entrambi potrebbero essere favoriti dall’assenza della triade Federer-Djokovic-Nadal.

Un attimo da cogliere, dunque. Lo stesso “diem” che Fognini colse a Montecarlo. Ora il tennista di Sanremo guarda al futuro, ma lo fa con il sorriso. Sa che, tra una follia e una vittoria, ha vissuto, e se non è una vittoria questo non so cos’altro possa esserlo.