Cosa succede quando si cambia genere all’interno delle fiabe della tradizione, trasformando l’ingenua Cappuccetto rosso in un bimbetto dal mantello cremisi o la principessa Aurora nel Bello addormentato? Come sarebbe un mondo in cui un principe piagnucola per una notte passata insonne per colpa di un pisello sotto al materasso? Dove i principi giacciono addormentati in attesa di una principessa che risolva la giornata? Ce lo mostra il libro “Fiabe d’altro genere. Storie di patrigni malvagi, lupe cattive e belli addormentati” edito da Rizzoli.
Fiabe per un mondo libero dagli stereotipi di genere
L’idea è venuta a Karrie Fransman, artista ed illustratrice, e Jonathan Plackett, creativo e informatico: i due, leggendo le fiabe alla loro bambina, si sono accorti che quelle storie sono fondate su stereotipi anacronistici. E così hanno deciso di fare qualche cambiamento, senza riscriverle, senza stravolgere i finali o inventando nuovi personaggi. E’ bastato solo un piccolo, ma infinitamente potente stratagemma informatico.
L’algoritmo del cambiamento
«Mi sono chiesto se era possibile creare un algoritmo per computer che scambiasse tutti i termini riferiti a uno o all’altro genere, trasformando “lui” in “lei”, “Signore” in “Signora” e “figlie” in “figli” e dopo alcune lunghe e sorprendenti battaglie con le stranezze della nostra lingua, sono riuscito a creare un programma di semplice utilizzo che poteva cambiare i generi in qualunque testo inserito nel computer.» A parlare è Jonathan Plackett, informatico e coautore di “Fiabe d’altro genere” grazie al quale ora i bambini avranno la possibilità di fare un viaggio nuovo e sorprendente attraverso la raccolta illustrata di fiabe riscritte, i cui celeberrimi protagonisti si ripresentano a noi in una veste del tutto nuova.
Il parere della professoressa Caterina D’Ardia, neuropsichiatra infantile, docente di Psicologia dello Sviluppo all’Università Niccolò Cusano intervenuta ai microfoni della trasmissione Tutto in Famiglia su Radio Cusano Campus Prof.ssa Caterina D’Ardia – Fiabe d’altro genere – tag24.it