Quante volte vi siete sentiti dire che avete una sensibilita’ eccessiva? Tutto sembra destabilizzarvi molto più che agli altri? Su qualsiasi situazione o circostanza, state a rimuginare ore e ore?  Vi hanno detto che avete delle reazioni esagerate?
È come se aveste sempre le emozioni a fior di pelle, forse proprio a causa di un’ ipersensibilita’ emotiva.

Genesi dell’ipersensibilità emotiva

Per comprende le causa di ipersensibilità emotiva bisogna risalire all’infanzia; un bambino che cresce in un ambiente familiare instabile con serie carenze affettive, nel corso del suo sviluppo sarà incapace di comprendere le sue emozioni ed esprimerle in modo assertivo,  sviluppando in età adulta un processo di invalidazione emotiva che lo accompagnerà in ogni relazione. Le persone emotivamente sensibili possiedono una sorta di sesto senso, una capacità empatica molto sviluppata che permette loro di individuare le emozioni più profonde negli altri, assorbendo come una spugna le emozioni di tutti.  Questa loro caratteristica ha un’arma a doppio taglio in quanto il dolore altrui li inonda talmente tanto, da non riuscire ad ascoltare se stessi. Concentrarsi troppo sui dettagli può impedire di avere una visione più globale del tutto.
La tendenza a provare troppe emozioni, a preoccuparsi in eccesso, a percepire con forza ciò che altri ignorano comporta ansia, stress e in alcuni casi depressione.

L’ipersensibilità emotiva in psicologia

Elaine Aron, psicologa e ricercatrice, nel 2012 pubblica un testo dove ripercorre le teorie e le ricerche esistenti sul Sensory Processing Sensivity, appunto, l’ipersensibilità emotiva. La Aron, assieme al marito neurologo, produce un test utile per evidenziare le caratteristiche fondamentali del soggetto che presenta ipersensibilità emotiva, definito Highly Sensitive Person o People– HSP.
Il lavoro di ricerca e di raccolta della Aron, iniziato nel 1991, evidenzia l’ipersensibilità emotiva e la identifica come un tratto della personalità, ma genera una risposta anche a un importante interrogativo del settore, il quale solleva la possibilità di un collegamento fra ipersensibilità emotiva e caratteristiche come introversione, ansia, depressione o nevrosi.
L’attento studio conclude definendo certamente un collegamento fra ipersensibilità emotiva, nevrosi e introversione, ma creando una netta distinzione tra i fenomeni.
Nei suoi studi, la psicologa analizza come anche lo stress quotidiano e lo stile di vita, negli ipersensibili più che nei non ipersensibili, possano gettare le basi per i sintomi di ansia e depressione.

Come imparare a gestire le proprie emozioni?

Ipersensibilità emotiva può essere gestita con l’Autocontrollo emotivo, non si tratta di reprimere le proprie emozioni, ma canalizzarle.
Per far ciò è necessario riconoscere le emozioni e prendere consapevolezza, valutare la presenza di pensieri parassiti e ricaricarsi con momenti di solitudine e silenzio per ritrovare il proprio equilibrio.

“Non chiedere mai scusa per la tua sensibilità o emotività. Mostrare le tue emozioni è un segno di forza, non di debolezza”.