Klimt: in Italia due mostre per conoscere a fondo il grande artista. Sono passati 110 anni dalla premiazione di Gustav Klimt all’Esposizione Internazionale dʼArte del 1911, dopo la sua partecipazione con una sala personale alla Biennale di Venezia nel 1910. Il grande artista esponente della secessione viennese ora torna in Italia. A celebrarlo due grandi eventi espositivi che sottolineano la dimensione pubblica e privata dell’artista.

Roma, Palazzo Braschi dal 27 ottobre 2021

Dal 27 ottobre 2021, il Museo di Roma a Palazzo Braschi ospiterà la mostra Klimt. La Secessione e l’Italia. Opere provenienti dal Belvedere di Vienna, dalla Klimt Foundation e da altre raccolte pubbliche e private per ripercorrere le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt. Viene presentato il suo aspetto “pubblico”, e, oltre al ruolo di cofondatore della Secessione viennese, per la prima volta indaga sul rapporto dell’artista con l’Italia. Un aspetto centrale per capire l’evoluzione dello stile di Klimt, affascinato dall’arte italiana, conosciuta tra Trieste e Venezia, Firenze e Pisa, Ravenna (dove rimase abbagliato dai mosaici bizantini), Roma e il lago di Garda. Come ha affermato Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintendente capitolina e curatrice: “Questa mostra è nata da una proposta del Belvedere di Vienna e l’abbiamo concepita insieme ad Arthemisia. Il Belvedere e la Klimt foundation sono stati i nostri partner in questa operazione, che dal punto di vista scientifico è la prima dedicata, in modo specifico, al rapporto tra Klimt e l’Italia, mettendo insieme documenti italiani e documenti austriaci”.

La stretta relazione tra Klimt e l’Italia

La rassegna – curata da Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna – presenta anche una selezione di dipinti e sculture di altri artisti, che supporta il racconto del periodo della Secessione viennese e dell’influsso di Klimt in Italia. E’ nelle parole di Franz Smola, curatore del Belvedere, il ricordo dell’amore di Klimt per l’Italia, in quanto non amava viaggiare, ma per il nostro Paese fece un’eccezione più volte: “Nella mostra cerchiamo di documentare la stretta relazione tra Klimt e l’Italia, sia per quanto riguarda le opere, ma anche per quanto riguarda le mostre a cui ha preso parte. Ha partecipato due volte alla Biennale di Venezia, nel 1899 e nel 1910, e ha partecipato alla famosa Mostra internazionale di Roma del 1911, dove ha perfino ricevuto un premio, è stato anche a Roma, a Venezia, in totale è stato 8 volte in Italia”. Ospite d’eccezione della mostra sarà Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019.

14 sezioni per raccontare il rapporto di Klimt con l’Italia

Tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, con prestiti eccezionali come La sposa, che per la prima volta ha abbandonato la Klimt Foundation, il percorso si articola in 14 sezioni. In chiusura un focus dedicato al Ritratto di Signora e alla sua storia eccezionale. Il dipinto rubato in circostanze misteriose dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, ritrovato altrettanto misteriosamente nel 2019 direttamente nella galleria, dentro una busta di plastica.

Un linguaggio rivoluzionario

L’esposizione svela anche l’influenza della sua pittura su alcuni artisti italiani, come Prini, Casorati, Chini, Drei, Lionne, Innocenti, Noci e Zecchin, che intuirono la rivoluzione del suo linguaggio. In mostra anche la ricostruzione digitale di tre dipinti noti come Quadri delle Facoltà (La Medicina, La Giurisprudenza e la Filosofia), realizzata grazie alla collaborazione con Google Arts & Culture. Le allegorie “scandalose” sono state realizzate da Klimt tra il 1899 e il 1907 per il soffitto dell’aula magna dell’Università di Vienna, ma respinte dal mittente e poi andate bruciate. Sandra Tretter, curatrice e vice-direttrice della Klimt Foundation Vienna, istituzione nata nel 2013 per volontà della terza moglie del primo figlio illegittimo dell’artista: “A partire ai suoi Quadri delle Facoltà ha ritratto tutt’altro tipo di persone, di donne, il che provocò a Vienna un grande scandalo, perché improvvisamente ritraeva nudi, giovani e vecchi, molto realistici, senza abbellimenti”.

Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi dal 5 aprile 2022

A seguire un Gustav Klimt più intimo a Piacenza. Qui saranno rinnovate le prestigiose collaborazioni internazionali. Presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, dal 5 aprile 2022 l’evento è curato da un comitato scientifico composto da Gabriella Belli, Elena Pontiggia, Lucia Pini, Valerio Terraroli. Partendo dall’opera ritrovata della Galleria Ricci Oddi, la mostra si propone come scoperta di un “Klimt ritrovato” anche nella sua dimensione più intima e personale.

La mostra di Roma, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è co-prodotta da Arthemisia, che ne cura anche l’organizzazione, con Zètema Progetto Cultura, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation. A Piacenza, prodotta e organizzata da Arthemisia, vedrà anche la partecipazione del Comune di Piacenza e della Galleria Ricci Oddi.