Clima teso all’incontro di ieri tra governo e sindacati sulla Manovra, in particolare sul nodo pensioni, con quello che fonti delle parti sociali definiscono “un braccio di ferro”. Al termine della riunione, durata circa due ore e mezza, le posizioni restano distanti e al momento non si profila un’intesa. Il Prof. Fabio Fortuna, Magnifico Rettore dell’Università Niccolò Cusano, è intervenuto sul tema ai microfoni di Radio Cusano Campus.

Riforma pensioni

“I sindacati pensavano di trovare maggiori aperture da parte del governo, invece di aperture ce ne sono state poche, quasi nessuna -ha affermato Fortuna-. L’unica apertura, in tema di pensioni, è arrivata sulla conferma per un anno di Opzione donna. Mentre sull’Ape social, è stato confermato che ci sarà, anche se non si è entrati nel merito di quanto sia allargata rispetto alle 15 categorie originarie. Per il resto, se si continua ad andare avanti con tante chiacchiere e poche idee concrete, torneremo alla legge Fornero e questa non è una bella prospettiva. Senza un accordo, dal 1 gennaio 2022 si andrà in pensione a 67 anni con 20 anni di contributi, oppure con contributi versati per 42 anni e 10 mesi dagli uomini e per 41 anni e 10 mesi dalle donne, indipendentemente dall’età anagrafica. Questa prospettiva non soddisfa i sindacati, ma soprattutto non soddisfa gli italiani. Bisogna trovare un punto d’incontro”.