Il problema dello spreco alimentare, di cui tanto si parla, non sta avendo implicazioni unicamente ambientali, ma anche economiche e soprattutto sociali. Mentre ogni anno tonnellate di cibo vengono buttate, non si arresta infatti l’emergenza sociale e alimentare di una sempre più larga fetta di popolazione che non può permettersi neppure beni alimentari di primissima necessità. Da quando la pandemia ha reso pubblico il livello di povertà alimentare e ha creato temporanee forme di precarietà sono però aumentate anche le iniziative a sostegno delle famiglie e delle persone più in difficoltà. Una di quelle che sta riscuotendo maggiore successo è proprio l’apertura, dei cosiddetti empori solidali. Si tratta di veri e propri supermercati in cui prodotti alimentari raccolti e donati dalla comunità vengono messi a disposizione gratuitamente di tutti coloro che non riescono a fare la spesa abitualmente.
Secondo un rapporto pubblicato da Caritas Italiana nel 2018 questi supermercati della solidarietà hanno iniziato a prendere piede in Italia a partire dal 2008, ispirati a un modello già diffuso in altri paesi esteri. In Italia, a occuparsi dell’apertura e della gestione di questi spazi, sono soprattutto associazioni, cooperative sociali e organizzazioni non-profit, seguite anche da enti ecclesiastici e, in minima parte, da enti anche pubblici. Il successo degli ultimi anni ha portato a una diffusione da riuscire a coprire tutto il territorio italiano, per un totale di 200 supermercati solidali. Nel corso del 2021, soprattutto nei periodi di lockdown, le attività degli empori solidali si sono raddoppiate, con cifre da record sia sul fronte dei volontari e delle organizzazioni coinvolte sia su quello, purtroppo, delle famiglie bisognose.
Sugli scaffali di questi negozi, è possibile trovare sicuramente alimenti di prima necessità non deperibili quali pasta, legumi, biscotti e latte, ma non mancano alimenti freschi, prodotti per l’igiene e per la cura della persona e della casa e, in alcuni casi, anche medicine, giocattoli, libri e abbigliamento. Lo scopo di questi empori, però, non è solo l’erogazione di cibi e altri prodotti, ma anche l’ideazione di iniziative volte al sostegno e all’inclusione comunitaria delle persone bisognose, incontri formativi e informativi, giornate di ascolto e dialogo, consulenze gratuite professionali di vario tipo e orientamento alle opportunità di lavoro che offre il luogo di pertinenza. I beneficiari di tale servizio, usufruiscono della spesa solidale tramite una tessera o altri sistemi per il calcolo di budget ricevuto. Uno degli aspetti più interessanti della gestione degli empori solidali è la raccolta dei beni e dei prodotti offerti alle famiglie in difficoltà; spesso si tratta infatti di eccedenze di cibo che viene ridistribuito, favorendo quindi la tanto ormai famosa economia circolare e riducendo così gli sprechi alimentari. Le raccolte solidali vengono spesso organizzate in occasioni di eventi e giornate specifiche o in collaborazione con supermercati e negozi presenti sul territorio.
In conclusione, la rete degli empori solidali italiani vanta ottime modalità organizzative, un impegno importante e prezioso da parte di volontari, organizzazioni e aziende partner. Cresce inoltre l’interesse e la voglia di partecipare a questo progetto ma soprattutto la consapevolezza che questa rete rappresenta una preziosa strada per contrastare la povertà alimentare e per ridare dignità alle troppe famiglie con importanti difficoltà economiche.