“Roma per me rappresenta tutto”. Come dare torto a Claudio Ranieri, romano di nascita e testaccino d’adozione. Ranieri, che ha la Città Eterna nel cuore e l’anima del quartiere Testaccio che gli scorre nelle vene. Ormai tutto il mondo lo conosce come “Sir Claudio”, dopo il miracolo compiuto in Inghilterra con il Leicester, ma nel suo rione è meglio conosciuto come “Sor Claudio” o, più semplicemente, “Er Fettina”.
I vecchi residenti del quartiere popolare lo conoscevano da quando era bambino grazie al padre, macellaio di professione, che si faceva aiutare proprio dal figlio per tagliare le fettine di carne che andavano a ruba tra le signore del luogo. Da qui “Er Fettina”, un soprannome che a lungo andare stancava un giovane Ranieri che scappava dalla macelleria, prendeva un pallone e andava a giocare tra le strade di Testaccio, tra piazze e cortili.
Claudio Ranieri a Testaccio tra “Sor Claudio” e “Er Pecione”
Diversamente da quanto si possa pensare Claudio Ranieri non è originario di Testaccio, bensì è un figlio adottivo. Il mister giallorosso nasce nel rione San Saba, dove inizia a tirare i primi calci al pallone nell’oratorio vicino alla Piramide Cestia, ma l’infanzia e la prima adolescenza di Ranieri si sono sviluppate tutte tra i vicoletti del quartiere del Monte dei Cocci, che il sabato mattina è un continuo via vai di ragazzini, biciclette ma soprattutto di palloni. Uno di questi bambini era proprio Claudio, che tra il mercato del rione e la Fontana della Anfore si faceva notare per il tocco di palla non proprio celestiale, a tal punto da beccarsi l’epiteto di “Er Pecione”.
Poi il padre Mario lo vedeva e lo richiamava all’ordine, portandolo con la forza nella sua macelleria in via Luca della Robbia, dove oggi sorge una pescheria. Lì Ranieri passava i pomeriggi tra i clienti che oggi si ricordano di lui come un bambino, ricordi tramandati anche ai nuovi testaccini che lo amano anche se non l’hanno mai visto: Ranieri da qualche anno è assente dalla sua Testaccio, ma gira voce che nel giorno più importante della sua carriera lui fosse lì, dentro la casa di mamma Renata, mentre pregava che il Chelsea pareggiasse col Tottenham per dare al suo Leicester il primo scudetto della storia delle Foxes.
Alla fine la preghiera venne esaudita e tutto il quartiere si strinse in un abbraccio per celebrare il suo “Fettina”. La vittoria che cementò ulteriormente il legame tra Claudio Ranieri e Testaccio. Lo dimostra la nuova fisionomia del Roma Club del rione, dove all’ingresso campeggia ancora oggi uno striscione che sintetizza la simbiosi tra l’uomo e il quartiere: “Campione d’Inghilterra. Grande Claudio, core testaccino”.