Resta caldo il fronte dell’immigrazione dalla Libia e proseguono gli avvistamenti di imbarcazioni alla deriva al largo del Mediterraneo.
Un appello al Paese e all’Unione Europea perché intervengano a tutela dei diritti umani delle persone migranti arriva da papa Francesco riguardo la disperata situazione dei migranti in Libia, dopo la preghiera dell’Angelus. “Esprimo la mia vicinanza alle migliaia di migranti, rifugiati e altri bisognosi di protezione in Libia. Non vi dimentico mai. Sento le vostre grida e prego per voi”, ha detto il Pontefice.
Nei giorni scorsi inoltre il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, è stato a Tripoli per partecipare alla Conferenza sull’iniziativa per la stabilizzazione della Libia. È la prima volta che la Libia si trova a parlare di sé stessa, a ospitare una conferenza internazionale per parlare di come spostare il Paese dal percorso di divisioni e violenze che ha caratterizzato questo ultimo decennio.
Dieci anni fa infatti, esattamente il 20 ottobre 2011, dopo otto mesi di guerra civile, moriva il leader libico Muammar Gheddafi, catturato e ucciso dai ribelli vicino a Sirte, sua città natale. Gheddafi comandava la Libia dal 1969, anno del colpo di Stato contro la monarchia, ma nel 2011 il suo dominio quarantennale si scontrò con le rivolte popolari che chiedevano un cambiamento della classe politica in tutto il nord Africa.
Ma a dieci anni di distanza dalla morte di Muhammar Gheddafi – figura su cui ancora circolano due visioni opposte quale dittatore sanguinario o leader panafricanista capace di opporsi all’Occidente – una domanda cruciale resta: esiste una via africana alla democrazia?
Di questo e tanto altro parleremo oggi a Restart 264 con Aurora Vena, Lorenzo Capezzuoli Ranchi e la loro ospite: la prof.ssa Michela Mercuri (analista geopolitica del mediterraneo).
Appuntamento dal lunedì al venerdì dalle 18.30 alle 19.30