Ecco, ci siamo. Comincia il periodo delle maschere, dei bambini che chiedono dolci e delle bussate alle porte. Halloween, piaccia o meno, è un’occasione di aggregazione e di scherzi, una festività con origini lontane. Tante volte, forse impropriamente, si dice che Halloween sia un’americanata. Sbagliato, perché l’origine è irlandese, quando la verde Erin vedeva i Celti sopra il proprio territorio. La festa delle zucche, infatti, corrisponderebbe al capodanno celtico, Samhain per gli intenditori.
Poi, come tutti i costumi, comincia un lungo viaggia che porta i dolcetti in America. Ma alla fine il percorso è semplice, perché gli immigrati irlandesi, mossi dalla carestia dell’800, arriveranno verso la nuova terra con tanto di cappello da strega. Ben presto questa usanza coinvolse tutti gli americani, diventando alla lunga una festività di carattere nazionale. Da lì, dopo la radicalizzazione a stelle e strisce, è arrivata in Europa, prima in Germania e poi, in punta di piedi, nel nostro Paese. In Italia, più che i dolci, c’è la tradizione di intagliare la zucca per crearle un viso diabolico, rendendola la classica “zucca di Halloween”.
Halloween è anche Jack O’ Lantern
Il suo nome vero, tuttavia, è quello di “Jack o’ Lantern”. Leggenda vuole che questo Jack, fabbro astuto e avaro, incontrasse il diavolo. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare. Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due arrivarono ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe risparmiato Jack. Durante la propria vita commise così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata. All’osservazione che era freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa che aveva con sé.
Cominciò da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi. Da quell’incontro, dopo aver ingannato Satana, venne trasformato in zucca, ma non una zucca come le altre. Parliamo della zucca che, oggi, è nell’immaginario collettivo. Quella privata della polpa, quella del ghigno beffardo, quella dei bambini che oggi, con un secchiello in mano, girano per le case chiedendo dolcetti. La pena, lo sapete, qualche piccolo scherzetto.
Tommaso Franchi