Campioni? Di tecnica, buon senso, di capacità della posizione in campo? Se ne vedono, e nemmeno sempre, col binocolo

E’ un torneo dai modesti contenuti: Spalletti che pensava di meritare una differente accoglienza. L’Atalanta frenata dalla sua presunzione e dalla latente concentrazione. La Lazio…da sé stessa

Le squadre che sognano di migliorare la propria posizione di classifica o consolidare la frequentazione europea hanno pagato un amaro prezzo, dal punto di vista fisico. E’ stato il caso dell’Atalanta, fermato all’ultimo sospiro, dall’Udinese. Al 56’ Malinosky è andato in gol grazie a Pasalic, ma Beto, autore di una signora partita individuale, al 94’, ha mandato di traverso il dessert a mister Gasperini. Finisce 1-1.

Non è andata meglio, alla Lazio, superata per 4-1 al “Marcantonio Bentegodi”. Dove nella storia del Calcio di rado, la realtà scaligera ha prodotto tale dote. Ma il Verona è una squadra da corsa, e quando i biancocelesti di Sarri incontrano un avversario rapido, lo soffrono. E la battuta d’arresto subìta in Veneto deve far pensare, e parecchio, la dirigenza romana sponda laziale.

E’ vero. Non capita tutte le domeniche che uno stesso calciatore, Simeone Junior, sfoderi una prestazione capace di 4 reti, 4!: ma magari uno dovrebbe o potrebbe cominciare o ritornare a difendere a uomo, come si fa nella Pallacanestro. Il solo gol di Immobile, una volta sotto per 2-0, non può sempre togliere le castagne dal fuoco a una squadra ancora lontana, da quella che dovrebbe esssere in cerca d’autore. O no?

La Roma si accontenta di un positivo 0-0, al termine della sfida all’ex, Luciano Spalletti, che non avrebbe voluto incassare dei fischi. Ma che è stato accolto come merita uno che si ostina, non si sa bene perché, a parlare ancora di un caso nato male e gestito in maniera pessima: il rapporto con Totti, che ancora è sensibile, sulla pelle dei tifosi giallorossi.

Questo permette al Milan di Pioli di capitalizzare al meglio il 4-2 esterno ottenuto al Renato Dallara su un Bologna prima ridotto in 10. Poi, addirittura, in 9. La formazione di Stefano Pioli, diciamocelo, avrebbe ben altre possibilità, perché la bravura del tecnico rossonero sta nel tirare fuori ben di più da diversi giocatori che, a nostro avviso, non sono da Milan dei primati, visto bene come è stato abituato, dal 1963 l’esigente pubblico di fede milanista.

E se la Sampdoria e la Fiorentina sfruttano al meglio la loro voglia di risalire, e la modestia realizzata di Spezia (2-1 per i blucerchiati) e del Cagliari, superato di brutto allo stadio “Artemio Franchi”. I gol sono stati segnati da Biraghi, rigore, Gonzalez, Vlahovic, tanto per gradire. I rossoblù sardi non sono pervenuti, nemmeno ai più pazienti sostenitori isolani.

Il Torino e l’Empoli avevano aperto la strada prima del week-end, nel mettersi da parte una importante dote figlia dei confronti diretti. La formazione granata regolando di misura un Genoa preso a pallonate, per tutto il primo tempo. Quella toscana maramaldeggiando all’Arechi dove i giocatori di casa in soli 13 minuti avevano preso già 3 gol. Roba da Bundesliga III, non da Serie A di casa nostra. O forse da noi sarebbe addirittura da Promozione.

Intanto il Sassuolo ha messo un buon 3-1 tra il proprio cammino e il Venezia. A ribadire di non voler essere una comprimaria o di soffrire le pene del Purgatorio. Questo anche ragionando che diverse, sono state, in questi anni, le società capaci di andare a fare la spesa in Emilia Romagna.

Alla fine della giornata scopri che i gol di Ibrahimovic e Dzeko, sempreverdi ed eterni giovanotti, sono più pesanti di questi fenomeni che dovrebbero impreziosire il nostro torneo. Peccato che alla rete segnata dall’interista di belle speranze, il lungo incedere della Juventus porti al calcio di rigore trasformato da Dybala, che di tecnica ne dispone e si fregia. Peccato sia troppo fragile. Ma oggi, per la formazione bianconera, era importante uscire indenni, dal “Giuseppe Meazza”.

Si crogiolano, di tanta beltà statistica, la “X” degli altri, o di quelli che avrebbero assunto la insidiosa veste del pessimo vicinato di vertice, il Napoli e il Milan. Che hanno guadagnato, da tutto ciò. I ragazzi di Pioli 2 punti su 3, nei confronti dei giocatori di Simone Inzaghi e dell’allenatore richiamato al capezzale juventino. Ai calciatori di Spalletti, in fondo, va bene così. Hanno colpito un palo, hanno costruito altre due situazioni, ma di fronte alla Roma hanno pure tremato. Tante volte il Calcio è fatto di 0-0.

La tecnica? Il senso della posizione? Il talento? Solo in minima parte, abitano nel campionato dei primi d’Europa. I campioni? Abitano da altre parti. Inutile, girarci intorno.

Photo Credit: La foto è tratta dal Sito www.laroma24.it (Direttore Matteo De Rose)