Chiamiamola ancora Coppa dei Campioni: perché alla fine, come sempre, vince solo una…

Quanto impiegherà, la prima città francese, per diventare la Capitale d’Europa?

Ce la farà, prima della prossima edizione dei Giochi Olimpici?

Chiamiamola ancora Coppa dei Campioni, nonostante le tre, quattro partecipazioni per ogni nazione iscritta tramite le singole rappresentanti. Perché alla fine, pur divenuta una manifestazione al principale scopo manageriale, vince sempre e soltanto una. Il Chelsea, che ci aveva provato parecchie volte con una sola soddisfazione, è arrivata in vetta dopo una sfida fratricida con un’altra società, egualmente britannica, il Manchester City. Un club che ha investito molti soldi, nel tentativo di arrivare a far parlare di sé tutto il Vecchio Continente e il mondo intero.

Quest’anno la musica sembra appena differente ma il fascino della Premier League è cementato. Intanto dagli ascolti televisivi, dall’arrivo in terra inglese dei migliori giocatori d’Europa, eccezion fatta per il Paris Saint Germain, vedi Messi, Neymar e Mbappé, ma anche Draxler e Di Maria, negli anni trascorsi. E la valorizzazione economica, del medesimo discorso di diffusione. Che, detto per inciso, nella terra dell’Albione è cosa seria, non come da noi, sul piano delle telecomunicazioni, visto che siamo diventati la barzelletta europea, con le connessioni-farsa che patisce la nostra bistrattata Italia.

Nella prima delle due giornate una piacevole conferma è arrivata proprio dal settore giovanile impiantato in prima squadra, nell’Ajax, visto il 4-0 imposto, più che proposto, al Borussia Dortmund. La compagine giallonera è un’altra realtà in cerca d’autore, in Germania come nella sede internazionale.

L’Inter di Simone Inzaghi ha ridimensionato la favola rappresentata, nelle prime due uscite, dallo Sheriff Tiraspol, battuto al “Meazza” per tre reti a una. Il Manchester City ha spazzato in modo più plateale, 5-1, il Club Bruges. Come del resto ha fatto il Real Madrid da asporto in casa dello Shakhtar Donetsk.

La qualità dei Campioni del Portogallo, lo Sporting Lisbona, ha prodotto danni autentici, alle residue certezze di un calcio turco in calo, vincendo 4-1 a Istanbul, sul campo del Besiktas.

Chissà che le formazioni lusitane non stiano tornando almeno “appetibili”, visto l’1-0 di un’antica bestia nera, il Porto, sul Milan, che è con un piede e mezzo fuori dai sogni di passare alla seconda fase.

Per il resto della prima giornata il Liverpool parte sempre alla grande, o almeno spesso, e vinceva 2-0 al Wanda Metropolitano sull’Atletico Madrid. Bravi i biancorossi e il Cholo Simeone a credere nella rimonta. Ma non precisissimi, al punto da evitare e un cartellino rosso a troppi minuti dalla chiamata dei tempi di recupero. E soprattutto il terzo gol di una squadra che ha, ufficialmente, tre bocche da fuoco, ma in realtà avanza con 5 giocatori alla volta!

Il Paris Saint Germain ha fatto i conti per almeno un’ora, con la qualità del Lipsia. Un collettivo ricacciato indietro in Bundesliga, ma che vinceva 2-1 a Parc des Princes. Prima che Messi segnasse un gol su azione e uno su calcio di rigore. Il 3-2 finale ci dice, tuttavia, che la squadra transalpina, è ancora lontana, sul piano della forma fisica e del gioco, dai sogni dei suoi pazienti sostenitori. Per diventare la Capitale del Calcio d’Europa, prima delle prossime Olimpiadi, ce ne vuole. Ancora.

Ma una preghiera, vista la presenza di grandi talenti, facciamola. Osiamo chiamarla ancora, una volta di più, Coppa dei Campioni. Anche in omaggio di quelli davvero talentuosi.