Gianfranco Rotondi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulle amministrative. “Io non mi riconosco da tempo nel centrodestra come è fatto adesso –ha affermato Rotondi-. Io sono entrato a 16 anni nella Dc, non perché aderissi alla linea del partito, ma perché volevo combatterla, per fare della Dc il centrodestra europea. Quello di adesso che centrodestra è? Non c’è un leader, c’è una gara a punti e chi prende più punti alle varie elezioni e fa il leader a tempo, è come per i capogruppo del M5S, ogni 6 mesi lo fa uno. Tutte le sconfitte hanno un loro profilo salutare, ora si ricomincia da capo. Io voglio continuare a stare nel centrodestra, ma in questo centrodestra non è facile dare un contributo perché non ti ascolta nessuno. Berlusconi passava le giornate a fare incontri e aveva sempre un foglio bianco davanti su cui prendeva appunti, cari Salvini e Meloni, fare il leader significa questo. Se dovessi auspicare, in vista delle scadenze che chi attendono, un evento politico, auspicherei una telefonata tra Prodi e Berlusconi che sono i padri della Seconda Repubblica. Per dirsi che ci sono, per darsi atto che ci sono, che il futuro dei due schieramenti passa ancora per la loro lezione. Forza Italia dovrebbe fare ciò che faceva prima Berlusconi, fregarsene dei propri posti in lista e metterli in palio per coloro che sono fuori dal partito. Noi non dobbiamo pensare ai nostri posti, perché in politica chi vuole salvare il collegio lo perde, io l’ho sempre messo a rischio, per questo sono ancora lì dopo tutti questi anni”.