Obiettivo: debellare la disparità salariale tra uomo e donna. Ha ottenuto qualche giorno fa a tal proposito l’unanimità in aula alla Camera e passa ora all’esame del Senato, il progetto di legge che vuole favorire la parità retributiva tra i sessi e sostenere la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. 393 sono stati i voti favorevoli, per un testo che modifica il codice delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, in modo da ridurre le differenze nelle retribuzioni. E non solo. Se dovesse passare questa proposta di legge si dovrà parlare del rapporto di parità che riguarderà aziende pubbliche e private che impiegano più di 50 dipendenti (anziché più di 100, come previsto finora). E sgravi contributivi, meccanismi premiali per gli aiuti di Stato, strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, accanto a un sistema di certificazione della parità di genere.
La prima firmataria della proposta di legge, l’On. Chiara Gribaudo deputata del Partito Democratico è intervenuta ai nostri microfoni nella trasmissione mattutina Un Giorno Da Ascoltare per spiegare bene anche l’importanza di avere una legge sulla parità salariale come questa appena approvata alla Camera.

LA MANCATA PARITA’ SALARIALE COME SPECCHIO DELLA NOSTRA SOCIETA’
“Non dobbiamo dimenticare che se l’Italia è ancora indietro rispetto alcuni diritti paritari di genere è perché c’è ancora molto da lavorare nella nostra società che è lo specchio di troppi anni di maschilismo e patriarcato, una società che fino a qualche anno fa vedeva la donna a casa a badare ai figli e l’uomo a lavoro, l’unico a portare i soldi a casa. Nel corso degli anni tante cose per fortuna sono cambiate e le donne che lavorano sono tantissime, donne che scelgono anche di avere una famiglia a discapito purtroppo troppo spesso anche del proprio lavoro. E’possibile accettare tutto questo nel 2022?
I numeri sono lampanti: le donne sono il 56% dei laureati italiani, ma solo il 28% dei manager. In Europa le lavoratrici guadagnano il 16% meno degli uomini a parità di mansione e salario. In Italia questa percentuale può arrivare fino al 20% di stipendio in meno di un collega uomo. E ci sono settori dove le disparità sono ancora più forti. Siamo molto indietro: in base all’ultimo report del World economic forum l’Italia si colloca al 76° posto su 153 Paesi della classifica mondiale. Una situazione già molto grave prima della pandemia che è però peggiorata di molto post covid quando sono state molte più donne rispetto agli uomini a perdere il lavoro. Credo che questo sia il momento buono per riuscire a cambiare le cose, a dare una svolta decisiva alla nostra società che deve dimostrarsi più aperta alle esigenze di noi donne, soprattutto quelle lavorative!”