Walter Nanni, responsabile ufficio studi Caritas, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla povertà in Italia. “L’Istat ci ha detto che ci sono un milione di poveri in più rispetto al pre-pandemia. Noi nel 2020 abbiamo aiutato quasi due milioni di persone. C’è stato un incremento fortissimo di persone che per la prima volta si sono rivolte alla Caritas, il 44% che nel 2020 si è rivolto a noi non l’aveva mai fatto prima. Mentre in passato la persona che si rivolgeva per la prima volta alla Caritas ci si rivolgeva con vergogna, con grande senso di sconfitta, l’anno scorso c’era una situazione di crisi così diffusa che l’animo con cui si andava a chiedere aiuto era meno di sconfitta, più di mal comune. La pandemia ha contribuito a far capire che tutti siamo a rischio povertà, in questo senso c’è stata anche un’umanità nuova che si è riscoperta. Nel momento più drammatico della pandemia c’è stato un afflusso straordinario anche di volontari, poi in parte questo afflusso si è ridimensionato e un po’ di risorse umane sono venute a mancare”.
Sul reddito di cittadinanza. “Una persona su 5 che abbiamo aiutato percepisce il reddito di cittadinanza, ma abbiamo notato che le persone si sono rivolte alla Caritas per chiedere un orientamento ai ristori, ai servizi. Se non ci fosse stato il reddito di cittadinanza avremmo avuto una grande richiesta di sussidi economici. In quel periodo quelle persone non hanno sicuramente trovato lavoro, però quantomeno hanno ridotto la richiesta di aiuto economico urgente”.