Guido Lanciano, coordinatore nazionale ufficio legale dell’Unione inquilina, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla riforma del catasto. “La legge sull’equo canone del ‘78 iniziava con: “in attesa della riforma del catasto”, quindi è dal ‘78 che si attende questa riforma –ha affermato Lanciano-. Noi abbiamo sempre detto che uno dei metodi per calcolare il canone poteva essere quello di ancorarlo alla rendita catastale, ma è chiaro che con queste rendite catastali non è possibile perché sono vecchie. Se la riforma del catasto serve a far sì che vi sia una perequazione per cui gli appartamenti meno belli in zone periferiche costano di meno e quelli più belli in zone centrali costano di più siamo assolutamente favorevoli. Riteniamo che il blocco contro la riforma del catasto sia fatto da chi ha una rendita catastale molto bassa, paga meno di quello che dovrebbe e lo Stato non se n’è accorto. A noi risultano tante case in periferia con una rendita catastale più alta di quelle del centro, alcune case del centro invece pagano ancora come se fossero vecchie case popolari anche se sono diventate tutt’altro”.

Sulla tassazione degli immobili di proprietà. “Abbiamo attualmente una legge fiscale per cui quasi conviene al proprietario tenere l’immobile sfitto perché paga meno di quanto pagherebbe se lo affittasse. Sicuramente va rivista la tassazione in particolare sull’alloggio sfitto. Se non si incentiva l’affitto è chiaro che i proprietari non affitteranno. Gli appartamenti sfitti devono essere tassati molto di più. Dopodichè, è chiaro che la prima casa vada tutelata, ma non credo che di questo si stia parlando anche se la riforma del catasto potrebbe far sì che vi sia un reale valore dell’appartamento e laddove il valore sia molto alto io credo che sia giusto far pagare qualcosa di Imu. Gli appartamenti sfitti devono essere tassati molto di più”.