Gianluigi Paragone, senatore, fondatore di Italexit, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul risultato a Milano. “Abbiamo fatto il 3% a Milano e l’abbiamo fatto in un mese, per 54 voti non siamo in consiglio comunale. Questi 54 voti ci sono, faremo il riconteggio e io entrerò in consiglio comunale. Avevamo il 3,3%, poi man mano ha iniziato a calare fino al 2,99%, la porcata l’hanno fatta ma non l’hanno fatta neanche così bene perché se mancano soltanto 54 voti, nelle schede nulle non solo ne trovo 54 ma 254. Questa è la paura di una classe politica che è riuscita ad entrare addirittura nei seggi. E lo proveremo quando andremo a fare la conta dei voti”.

Sull’astensionismo. “Quella delusione, quel senso di emarginazione che la politica dà ai cittadini si è tradotto nell’astensionismo, c’è una crisi di rappresentanza enorme, se fossi il Capo dello Stato quella luce rossa sul cruscotto la attenzionerei bene. Quando il ceto medio-basso inizia ad avere paura di diventare povero so’ cazzi. Facendo questa campagna elettorale non ho potuto non notare la disperazione crescente quando ambulanti dal cuore d’oro regalano il pane e la frutta a persone di 50-60 anni. E’ la crisi della politica, perché la politica non è fruizione del Palazzo ma dei cittadini. Il dato più significativo di queste elezioni è la disaffezione, lo schifo delle persone nei confronti di una politica che ha tradito. E il M5S che si era presentato come movimento anti sistema è quello che ha tradito più di tutti”.