Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla terza dose. “Si è partiti con coloro per i quali la scienza ha già dimostrato che l’immunità con due dosi di vaccino è appena sufficiente a proteggerli per un periodo di tempo limitato e quindi serve il richiamo –ha affermato Sileri-, parliamo di trapiantati, coloro in attesa di trapianto, coloro che hanno neoplasie, dializzati, quindi categorie ben definite. I prossimi saranno coloro per i quali la scienza dimostra che l’immunocompetenza non consente una protezione a lungo termine, ad esempio i più anziani. Poi sarà la volta del personale sanitario. Per quanto riguarda il resto della popolazione ce lo dirà la scienza, ma è probabile che l’immunità nel tempo tenda a ridursi. Quale sarà il campanello d’allarme? Ce lo dirà il monitoraggio che viene fatto continuamente in tutti i Paesi, laddove dovessero verificarsi infezioni in gruppi di persone vaccinate agli inizi, magari per fascia d’età, per tipo di patologia, quelli saranno coloro che indicheranno a tutti gli altri la necessità di un richiamo vaccinale. Che questo avvenga a 9-10-12 mesi dalla seconda dose ce lo dirà la scienza, ma è verosimile che ci sarà un richiamo. Questo non significa terza dose a tutti dal mese di ottobre, si è partiti con una categoria e poi si monitora tutto il resto. La scienza ci darà categoria per categoria i tempi per le altre fasce di popolazione”.
Sull’obbligo di Green pass in Parlamento. “Il Parlamento è un luogo di lavoro, è chiaro che ha un’autodichia quindi il percorso per arrivare a questo ha una liturgia ben precisa, però credo sia doveroso che vi sia anche alle Camere il green pass obbligatorio. Se le persone per andare in ufficio hanno il dovere del green pass, anche i parlamentari lo hanno, secondo me noi per primi avremmo dovuto vaccinarci e avere il green pass perché dobbiamo dare l’esempio. Questo dovremmo farlo tutti anche nelle dichiarazioni. Una volta affermata la bontà dei vaccini si può discutere sulle modalità di applicazione delle norme, ma a monte deve esserci un minimo comune denominatore: il vaccino salva la vita, il vaccino protegge dalla malattia. A monte servirebbe questa affermazione comune di tutti”.
Sul vaccino per gli under 12. “Quando gli enti regolatori approveranno il vaccino, vuol dire che avremo un vaccino sicuro e utile per quella fascia d’età e a quel punto io lo consiglierei. Al momento però questa approvazione non c’è quindi è una discussione che dobbiamo lasciare alla scienza”.
Sull’obbligo di mascherina al chiuso. “E’ possibile che con l’arrivo dell’autunno e con la ripresa di tutte le attività vi sia una recrudescenza dei casi, nuove varianti possono generarsi, quindi credo che al momento la massima precauzione sia giusta. E’ evidente però che più avanti, con l’aumento della copertura vaccinale e con il green pass, potranno essere rimosse mascherine e distanza. Non è una cosa che può essere fatta domani, intanto raggiungiamo il 90% della copertura vaccinale”.