Aumento costo delle bollette. Colpa della transizione ecologica?
Negli ultimi giorni si è parlato dell’aumento dei costi delle bollette. Dal 1° ottobre infatti, si potrebbe arrivare al 45% in più per il gas e al 35% per la luce.
I fattori in gioco che stanno influenzando l’andamento dei prezzi sono diversi. In primis, l’aumento delle tariffe delle emissioni di CO2, a seguire, l’incremento della domanda di gas naturale su scala internazionale e, il fattore climatico, quello che il Ministro Roberto Cingolani e il Pres. del Consiglio Mario Draghi hanno definito “il costo della transizione ecologica”. Siamo cioè in un periodo di epocale trasformazione che comporta, in maniera inevitabile, delle spese aggiuntive, in questo caso delle materie prime.
Come potrebbe reggere l’impatto l’Italia?
I modi per reggere l’impatto sembrano così essere due: da una parte bisognerebbe velocizzare il processo di transizione e dall’altra si potrebbe intervenire per mitigare i costi a carico dei cittadini. Su questo punto, il Governo era già intervenuto 3 mesi fa, per dimezzare l’aumento previsto delle bollette del 20%, moderandolo con un fondo di 1,2 miliardi.
Come interverrà il Governo per mitigare i costi?
Anche oggi, ci si aspetta una nuova manovra per far fronte agli ulteriori aumenti. L’intervento che il Governo starebbe preparando è di cc. 3 miliardi di euro e probabilmente troverà spazio nella prossima Legge di Bilancio.
Ma, in sostanza, c’è un grande tema. Un tema che è stato rimandato per molto tempo e che ad oggi non si può più evitare ed è quello della transizione ecologica. Il tema, però, si rende ancora più fitto se si interseca con la questione sociale.
Non possono infatti essere le famiglie, e soprattutto le persone più vulnerabili a livello economico, a pagare questi costi perché, come dice lo stesso Cingolani, la transizione ecologica non può e non deve essere una cosa da radical chic.