Gianluigi Paragone, senatore, fondatore di Italexit, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’estensione dell’obbligo di Green pass in Parlamento. “Non solo non esibirò alcun green pass per entrare in Parlamento, non potranno neanche mettersi a fare barriera per entrare in un luogo istituzionale che non può prevedere alcuna limitazione –ha affermato Paragone-. Il Parlamento non è un luogo di lavoro, nessun luogo di lavoro ha in Costituzione gli articoli dedicati specificatamente a lui. Se entriamo dentro questa logica allora vuol dire che il Parlamento lo possiamo tranquillamente chiudere. E’ proprio nel momento dell’emergenza che la grammatica istituzionale con i suoi pesi e contrappesi ha la sua utilità. Non è che se piace l’uomo solo al comando allora alla Costituzione si mette un asterisco e diventa da repubblicana a draghiana, la Costituzione vale per tutti anche per Mario Draghi. Questo stato di emergenza sta scivolando sempre di più verso qualcosa che ha elementi caratterizzanti del nazismo, del fascismo e del regime comunista. Angela Merkel non si è sognata neanche di mettere il Green pass come in Francia e in Italia, noi siamo l’unico Paese finora che ha un documento così restrittivo e penetrante in Europa. In Gran Bretagna hanno terminato lo stato di emergenza, persino in Francia non sono così duri come da noi. O ci stanno prendendo in giro con le percentuale dei vaccinati, oppure è la tentazione dell’uomo solo al comando che non ha più resistenze. Lo Stato ti sta obbligando al vaccino senza assumersene la responsabilità, è un atto meschino e vigliacco. Questo perché non lo possono fare, lo Stato non si può assumere questa responsabilità perché non conosce le reazioni avverse al vaccino. Quel fenomeno di Salvini che faceva tanto il brillante quando c’era Conte adesso davanti a Draghi sta zitto. I tamponi salivari e i tamponi gratuiti che fine hanno fatto? Vi sembra normale che il green pass preveda una discriminazione bella e buona tra i lavoratori? Se la vaccinazione è gratuita, anche il tampone deve essere gratuito. I lavoratori devono pagare per andare a lavorare, perché ogni 48 ore devono dimostrare di non essere malati. Fra un po’ dovremo dimostrare ogni 48 ore che non siamo evasori fiscali, che non siamo criminali, si inverte l’onere della prova. Io voglio sapere se il vaccinato in questo momento è positivo o negativo, perché per incontrare Draghi bisogna fare il tampone anche se sei vaccinato? Il Presidente del Consiglio è più tutelato degli altri? Questa è la dimostrazione che il vaccino non basta per dare la sicurezza. Io per venire a Roma devo prendere un treno ad alta velocità, quindi io il green pass lo sto già facendo con il tampone perché non sono vaccinato e non mi vaccino. Mi faccio il tampone nasale indolore, un cotton fioc che va su per la narice ma non fa male per niente e sono aggiornati alla variante Delta, però non vengono utilizzati perché Federfarma li sta boicottando in quanto ha i magazzini pieni di quelli di altro tipo”.