Riccardo Ricciardi, vicecapogruppo M5S Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sull’atteggiamento della Lega nel governo. “Questo governo è un atto di responsabilità nei confronti degli italiani –ha affermato Ricciardi-. Ci vuole responsabilità innanzitutto. La Lega ha dei problemi interni tra Giorgetti e Salvini, non sa come collocarsi politicamente, quindi un giorno sono per il green pass, un altro contro i vaccini, è difficile avere un interlocutore che un giorno ti dice una cosa e un’ora dopo ne fa un’altra, questo è un problema anche per i lavori in commissione. La Lega fa tanto fumo, ma poi nei fatti non è che segna dei punti politici decisivi. L’unico momento in cui un partito di governo ha messo un punto politico è il M5S sulla Giustizia. La Lega invece fa la dichiarazione roboante, ma poi torna sui suoi passi. E’ un disorientamento che alla lunga sarà sempre più difficile gestire”.

Sulle elezioni amministrative. “Storicamente le amministrative per il M5S sono difficili, è chiaro che questa nuova leadership e organizzazione si è insediata ad agosto con le liste già fatte quindi questo appuntamento non può essere un banco di prova decisivo per il M5S di Conte. C’è bisogno di tempo di rifondarsi e radicarsi. Ci sono esperimenti politici interessanti come a Napoli, con Manfredi, credo che quello possa essere il test per il nuovo Movimento perché Conte lo ha vigilato dall’inizio in prima persona. Il Pd a Napoli è protagonista con noi in questo progetto, a Roma andiamo orgogliosamente da soli perché difendiamo il lavoro fatto da Virginia Raggi. Plasticamente Roma e Napoli sintetizzino che non esiste un dogma o un percorso prestabilito, laddove si può si fa, laddove non si può non si fa”.

 

Sull’attacco al reddito di cittadinanza. “Confondere un’elezione amministrativa con il reddito di cittadinanza non credo sia onesto intellettualmente. Il reddito di cittadinanza sta salvando milioni di persone dalla povertà, senza questa misura in questo Paese difficilmente ci sarebbe stata una base sociale durante e dopo la pandemia. Su questo siamo sulle barricate e le parole di Draghi ci confortano, perché da sempre ha detto che non va cancellato”.

 

Sullo smart working. “E’ un tema fondamentale. Il futuro è arrivato prepotentemente col covid e tutti ci siamo scoperti nelle piattaforme Zoom, siamo diventati improvvisamente esperti. Quello è il futuro, anche per ripensare le città. Questo è un passaggio dal quale difficilmente si tornerà indietro. Ovviamente è un metodo che ha le sue controindicazioni, va regolamentato, è un argomento molto delicato che però non ci possiamo sottrarre dall’affrontare”.