Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’offensiva contro il reddito di cittadinanza. “Immagino che qualcuno tenterà di fare emendamenti al ddl di bilancio in autunno, oppure quando il ministro del Lavoro porterà in Parlamento la riforma degli ammortizzatori sociali –ha affermato Fassina-. A me pare che vi sia tanta strumentalità e tanta ignoranza in questa offensiva contro il reddito di cittadinanza. Sento parlare sedicenti leader che un tempo si definivano anti-elite e anti-establishment, li vedo inginocchiarsi a Cernobbio davanti ai manager delle grandi imprese. Dicono che il reddito di cittadinanza non ha inserito i beneficiari al lavoro, in riferimento a un periodo in cui c’è stato un crollo del pil del 9% e 1 milione di occupati in meno. Sento dire che sarebbe necessario dare alle imprese quei soldi per consentire ai beneficiari di trovare occupazione, ma quella norma esiste già, l’impresa che assume un beneficiario si prende l’importo del reddito di cittadinanza come sgravio contributivo. Noi abbiamo una situazione di centri per l’impiego che è molto complicata, nel mezzogiorno sono messi molto male. Quella dei navigator è un’operazione che non avrei fatto, ma non c’entra niente col reddito di cittadinanza. Un conto è il reddito di cittadinanza, altro è il capitolo delle politiche attive che sicuramente va migliorato. I navigator sono stati assunti, ma i centri per l’impiego non sono stati riformati. Non c’entra niente questo col ‘metadone’, il termine vergognoso utilizzato dalla Meloni a Cernobbio. Il punto è che se non c’è domanda di lavoro da parte delle imprese o se la maggior parte dei beneficiari del reddito ha la licenza elementare o la licenza media non è che puoi fare tanto. Ci sono persone che non sono in grado di lavorare, vanno sostenute per evitare la povertà drammatica. Purtroppo in Italia abbiamo una destra e anche forze sedicenti centriste che sposano tutte le cause più retrive per essere al servizio delle istanze più forti, ma il reddito di cittadinanza è alla base delle democrazie liberali”.