Antonio Misiani, senatore e responsabile economico del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul Green pass. “Io sono vaccinato, sono stra favorevole alla vaccinazione che è l’unica strada per riconquistare pienamente la nostra libertà. Non ho nessuna contrarietà di principio all’obbligo vaccinale anche per il covid, però c’è un quadro politico differenziato, ci sono forze politiche che non condividono questa posizione e per introdurre l’obbligo vaccinale servono i numeri in parlamento. Il green pass è una scelta di compromesso utile a garantire la sicurezza in determinati luoghi al chiuso. A me risulta che lo stiano chiedendo, non è vero che vi sia un fenomeno di disobbedienza di massa. Io spero di evitare l’obbligo vaccinale, spero che si possa arrivare a soglie più elevate del 70% di copertura vaccinale attuale che è comunque più alto della media europea, penso che a settembre si possa ripartire con un ritmo accelerato. Se fosse necessario comunque sarei a favore dell’obbligo vaccinale”.
Sulla crescita del Pil. “Il dato di crescita è superiore alle previsioni e questa è una buona notizia. Il 17,3% su base annuale è un dato record, ma ricordiamoci che viene dopo lo sprofondo del 2020. Dobbiamo guardare alla capacità di recupero di quello che abbiamo perso nel 2020, recupereremo nel 2022 la situazione pre-covid, poi una volta recuperate le perdite la nuova sfida sarà quella di tornare a crescere ad una velocità superiore a quella degli ultimi anni. Si sono anche aggravate le vecchie disuguaglianze e se ne sono aperte di nuove, la crisi l’hanno pagata soprattutto i giovani e le donne, alcune disuguaglianze territoriali si sono aggravate. Dalla pandemia esce un Paese più diseguale, dobbiamo costruire meccanismi che permettano di ridurre queste disuguaglianze. La discussione aperta sulla riforma degli ammortizzatori sociali è un punto chiave. Gli investimenti del Pnrr è importante spenderli anche per rafforzare una serie di servizi, ad esempio ci sono intere parti del Paese dove non ci sono asili nido e lì le donne fanno una fatica ancora più grande ad entrare nel mondo del lavoro”.
Sulle cartelle esattoriali. “Sono rimaste ferme per un anno e mezzo, prima o poi dovevano ripartire, il governo assicura una partenza non di botto, essendo 25 milioni di cartelle bisogna fare una cosa più graduale possibile. Credo sia sbagliato tartassare i contribuenti in una fase come questa. Vediamo come vanno le cose in queste settimane, poi si discuterà la legge di bilancio in autunno e se sarà necessario fare qualcosa per evitare un intervento troppo duro ne discuteremo in Parlamento”.