Simone Biles, campionessa olimpica, ginnasta statunitense di fama internazionale, ha deciso di ritirarsi lasciando tifosi e simpatizzanti increduli. Anche i campioni soffrono, e alcune volte trovano il coraggio di riconoscere il problema, facendo un passo indietro! Ne abbiamo parlato con Luana Morgilli, psicologa dello sport e psicoterapeuta, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus.

La prestazione sportiva frutto di quattro aree preparative

“La funzione dello psicologo dello sport è anche di affrontare il problema degli aspetti mentali fin dal principio della carriera agonistica vera e propria. Possiamo immaginare la prestazione sportiva come frutto di quattro grandi aree: la preparazione tecnica e la preparazione tattica specifiche dello sport e da qualche anno lavoriamo sulla preparazione atletica in modo più strutturato. Fino a qualche anno fa si lavorava solo sullo sport specifico, adesso si lavora su una preparazione di base di tipo atletico che possa essere d’aiuto nel praticare lo sport – ha spiegato Luana Morgilli – infine, la preparazione della sfera mentale che riguarda non solo la gestione dell’ansia e della competizione, ma anche aspetti legati alla concentrazione, alla motivazione e agli imprevisti in una preparazione della gara.”

Parlare della componente mentale è importante

Simone Biles ci offre la possibilità di affrontare il problema dei disturbi mentali tra gli atleti. Si tratta di un tema importante, “i tempi sono maturi per ammettere che c’è anche una parte mentale, psicologica, che necessita di attenzione. Il caso di Simone Biles non è l’unico. E’ successo con Benedetta Pilato, sedici anni e le aspettative sulla sua prestazione che è risultata invece improbabile rispetto al livello delle sue capacità tecniche. – ha sottolineato la dottoressa Morgilli – ammettere che c’è una complessità intorno al tema della parte mentale e dei possibili disturbi mentali ci permette di parlarne. Gli scenari che si aprono sul tema sono tanti.”

Criticità da affrontare se si sceglie il mondo dello sport di professione

Uno sportivo che fa attività a certi livelli deve affrontare “non solo la competizione, ma l’attività sportiva in sé, e come altri personaggi esposti, molto visibili, sono tempestati da commenti di qualsiasi genere. Quella di ginnasta, sportivo, è un tipo di carriera che dura poco, gli over trenta sono eccezioni, molti di loro sono sotto pressione dall’età di sedici anni – ha aggiunto la psicologa Luana Morgilli – sono aspetti che non vengono presi in considerazione, ma importanti per coloro che decideranno di operare nel mondo dello sport di professione.”

Stigma sociale nei confronti dei disturbi mentali

Inizialmente, quando Simone Biles si è ritirata si è parlato di infortunio, e se fosse stato così avremmo parlato di sfortuna, successivamente abbiamo appreso che si è trattato di un problema mentale e tutto è stato ingigantito – si è congedata Morgilli – la fragilità assume una connotazione e un significato diverso. Leonardo Spinazzola si è rotto il tendine d’Achille agli Europei, ed è stato accettato dalla società.”

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