Il Prof. Fabrizio Giulimondi, consulente giuridico-normativo presso la presidenza della Commissione Agricoltura del Senato, componente del comitato scientifico di ForoEuropa e collaboratore di LabParlamento, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul Green Pass. “Il Green pass lo inquadro come obbligo indiretto di vaccinazione, bisogna chiamare le cose come sono –ha affermato Giulimondi-. Nel momento in cui io dico ad una persona che può entrare in un luogo pubblico solo se ha fatto due dosi di vaccino, se ha un tampone negativo o se è guarito dal covid, tu gli stai dicendo di fatto di vaccinarsi, è un obbligo indiretto. Dicano se vogliono l’obbligo vaccinale o no, se non lo vogliono non possono rendere obbligatorio il green pass. Il tampone è l’alternativa ma costa, di conseguenza una famiglia di 4 persone che vuole andare al ristorante deve spendere il doppio considerando i tamponi. Imporre così un vaccino può suscitare grossi dubbi di costituzionalità. Vi sono prese di posizione della Corte Europea e del Consiglio d’Europa che sono contro questi mezzi. Questo vaccino, a differenza di altri per cui c’è l’obbligo, non è consolidato e validato in tutte le sue fasi, questo vaccino invece è in fase di controllo, perciò qualche dubbio lo desta. Essere contrari ai vaccini è un’idiozia, ma avere qualche dubbio su questo vaccino lo ritengo ragionevole. Cartabellotta della fondazione Gimbe proprio su Radio Cusano Campus ha detto che mancano i vaccini, questo incide in chiave giuridica e costituzionale, se io sono impossibilitato ad accedere ai vaccini come è possibile imporre il Green Pass? Poi ci sono persone che il vaccino non possono proprio farlo per motivi di salute. Questi sono problemi giuridici importanti, non stiamo parlando del derby Roma-Lazio, non si tratta di dividere in vax e no vax”.