Il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (FI) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Ok del Cdm alla riforma del processo penale. “Le due riforme del processo civile e penale sono fondamentali per le risorse del Recovery quindi s’hanno da fare, non è che possiamo compromettere le risorse dell’Europa per le bizze di qualcuno –ha affermato Sisto-. Ieri il presidente Draghi ha imposto ai 5 Stelle una soluzione che modifica le scelte di Bonafede prima con la Lega e poi col PD. La prescrizione per Bonafede era una sorta di incompiuta perché la norma avrebbe dovuto essere accompagnata da una riforma per velocizzare il processo, non c’è stato nessun impegno mantenuto ed è rimasta questa norma monstre, ieri quindi si è posto rimedio. E’ rimasto il simulacro della riforma Bonafede, ma il fine processo mai è cancellato, si è tornati alla ragionevole durata del processo. Ho letto l’editoriale di Travaglio che se la prende con i 5 Stelle chiamandoli pusillanimi, resta il fatto concettuale di una sorta di mea culpa del M5S che ha compreso che le risorse bisogna farle. I 5 Stelle hanno cercato di fare un colpo di mano nel Cdm, per ripristinare una sorta di assonanza tra i reati di PA e quelli di mafia, questo tentativo andava spiegato in chiarezza e non forzando la mano, metodologicamente non abbiamo condiviso questo tentativo di stress del provvedimento all’ultimo minuto”.

Riguardo alla mediazione nella maggioranza sulla riforma della Giustizia. “Nel diritto penale si chiama stato di necessità, consente di superare fatti non ortodossi. In situazione di stato di necessità tutto diventa possibile, ma io dico diventa doveroso. La necessità di portare a termine le riforme ha portato tutte le forze politiche a questa condivisione del testo arrivato in Cdm”.