Stefano Fassina, deputato di Leu, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul ddl Zan. “In Parlamento ho riportato la posizione di illustri costituzionalisti, uomini progressisti e liberali non certo omofobi, che mettono in evidenza un aspetto decisivo, cioè il fatto che il ddl all’articolo 1 contiene una visione antropologica, quella gender, dell’identità di genere, che è legittima, ma che non può essere inclusa in una legge che ha una portata penale perché così si complica inutilmente la strategia di contrasto all’omofobia e alle discriminazioni sessuali che invece è necessaria ed urgente –ha affermato Fassina-. Così si spacca l’amplissimo schieramento che c’è contro l’omofobia, perché io stesso non mi riconosco in quella visione che di fatto disconosce l’identità sessuale, la differenza fondamentale tra uomo e donna e propone un’identità di genere multipla, sganciata dall’identità sessuale, è una linea di pensiero filosofica, antropologica legittima, ma contestata da larga parte del movimento femminista perché così si disconosce anche l’identità femminile e le politiche per le pari opportunità. E’ una visione legittima, ma una legge non può essere un veicolo per un progetto ideologico perché siamo in uno Stato laico. E poi c’è un altro punto, quando in una democrazia parlamentare intervieni sul terreno dei diritti civili e delle libertà introducendo sanzioni penali non puoi farlo a strettissima maggioranza, senza nemmeno ascoltare chi non la pensa come te, perché altrimenti al prossimo giro cambia la maggioranza e fa la cosa diametralmente opposta, così la nostra comunità diventa ingestibile. Non puoi tirare dritto e fare la prova muscolare perché non funziona così la democrazia che non è imposizione a stretta maggioranza, è anche ascolto soprattutto quando ti muovi su terreni così delicati e introduci sanzioni penali. Poi non ti puoi stupire se la Chiesa ti fa le barricate visto che proponi una visione antropologica che è radicalmente alternativa a quella cattolica. L’appello che ho fatto al Pd è di fermarsi, di fare una proposta di mediazione e di chiedere l’impegno a tutte le forze politiche per approvare il ddl modificato, riportarlo alla Camera per fare una terza lettura e farlo diventare legge. Io la legge così com’è non la voto”.