Andrew Howe, campione di salto in lungo, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. In una lunga chiacchierata l’atleta ha detto la sua sulle polemiche nate attorno alla Nazionale italiana di calcio, rea secondo alcuni, di non essersi inginocchiata prima delle partite dell’Europeo, o di averlo fatto solo in parte. Ha parlato della Lazio, la sua squadra del cuore, e della Roma alla quale invidia il nuovo allenatore Mourinho.
Sulle polemiche riguardo al supporto dei calciatori al movimento Black lives matter
“Secondo me i giocatori non si dovrebbero inginocchiare, perché Black lives matter è una situazione molto americana –ha affermato Howe-. Ci sono delle situazioni anche qui in Italia, ma quella è un’altra reltà, un altro mondo, lì un poliziotto ha ammazzato un uomo di colore, qui un poliziotto non ha quasi neanche libertà di agire, se fa male a un gatto lo mettono in galera. Non ho mai subito episodi di razzismo, forse qualcosa quando giocavo a calcio da piccolo, ma era più una questione di ignoranza, gente che mi insultava magari per provocarmi. Sicuramente è pieno di razzisti, ci sono molte persone che discriminano per ignoranza. Se poi ci dobbiamo inginocchiare nei confronti del razzismo nel mondo, per le ingiustizie, allora quello è un altro discorso. Però se dobbiamo inginocchiarci per un movimento specificatamente americano mi sembra una forzatura sotto certi punti di vista. Se mi trovassi in America mi inginocchierei, ma sono italiano. Non è che dobbiamo inginocchiarci solo per essere politicamente corretti”.
Sulla Lazio di Sarri e sulla Roma di Mourinho
“Seguo il calcio, sono tifoso della Lazio –ha affermato Howe-. Sono molto curioso di vedere cosa succederà il prossimo anno con Sarri, credo che abbiamo una bella squadretta. La Roma? Mourinho lo conosco, ci ho passato un paio di mesi quando ero ad Appiano Gentile a recuperare per un infortunio, è davvero un genio, avrei preferito venisse alla Lazio piuttosto che alla Roma”.
Sull’infortunio al tendine e l’addio alle Olimpiadi di Tokyo
“Non mi lascia in pace il tendine, l’altro non quello di qualche anno fa, quello che non mi permise di andare alle Olimpiadi di Pechino. Purtroppo non parteciperò alle prossime di che si disputeranno a Tokyo. Evidentemente qualcuno lassù ha altri progetti importati per me. Rimango positivo lo stesso, mi arrabbio un po’ ma poi vado avanti e mi concentro per andare avanti. Grazie anche all’intervento di mia mamma ho capito che se devo chiudere con le gare voglio farlo in grande, nel migliore dei modi. Mi preparo, curo bene il tendine e vediamo se riuscirò a chiudere la carriera dopo il Mondiale che si disputerà il prossimo anno”.