150 economisti hanno scritto una lettera aperta al premier Draghi contro la nomina dei consulenti tecnici per il Pnrr. Tra questi anche Riccardo Realfonzo, docente di economia politica all’Università del Sannio e presidente del Fondo Cometa, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
“Riteniamo che questa del Pnrr sia un’occasione per il Paese molto rilevante –ha affermato Realfonzo-. Molti di noi hanno anche avanzato critiche alla potenza di fuoco di questo piano perché, considerata la perdita del pil del 2020, le risorse che sono sul tavolo non sono così ingenti come ci viene detto. A maggior ragione l’utilizzo rapido, efficiente e senza sprechi di queste risorse è fondamentale. E’ opportuno mettere insieme squadre di tecnici di qualità. Quelli nominati da Draghi sono tutti economisti che rappresentano una parte dell’accademia italiana, rappresentano una scuola di pensiero fortemente liberista. Tutti loro hanno espresso forti critiche verso l’intervento pubblico nell’economia, hanno sostenuto le politiche di austerity fatte negli ultimi anni. C’è anche un’altra parte dell’accademia italiana che la pensa diversamente e a cui i fatti hanno dato ragione, che è rimasta completamente fuori. Inoltre gli economisti scelti da Draghi provengono tutti da università del Nord, nessuno ha mostrato interesse scientifico verso la questione meridionale. Queste risorse che vengono dall’Europa sono giunte in Italia soprattutto “grazie” al ritardo considerevole del Mezzogiorno, perché i dati del nord sono in linea con la linea europea. Pochi giorni dopo la pubblicazione della nostra lettera ne è seguita un’altra firmata da tutti i presidenti scientifici delle maggiori associazioni scientifiche italiane, a cominciare dalla Società italiana degli economisti, che hanno convenuto con la nostra posizione. Nel Pnrr ci sono due aspetti deboli: la questione del Mezzogiorno, perché non mi pare ci sia una logica complessiva e coerente su questo, e poi la questione delle politiche industriali, anche qui non vedo un salto di qualità. Il piano però non è rigido, può essere variato e integrato. Quello che sarà il piano ex post lo sapremo solamente alla fine, ma è importante che venga accompagnato da studiosi tecnici che abbiano degli occhiali in grado di vedere tutte le sfumature”.
Sul Cashback. “Credo sia stata una misura utile, andrebbe prorogata ma anche migliorata. Ci sono stati dei chiari aggiramenti da parte di molti italiani che hanno utilizzato delle scorciatoie per arrivare al super bonus, quindi le regole d’ingaggio dovrebbero essere modificate. Ma utilizzare le carte di credito al posto del contante è una misura anti evasione molto importante, quindi questa misura dovrebbe essere confermata anche se migliorata”.