Cooking therapy (B. Volpi): "Aiuta a mettere in ordine i tasselli della mente"

Cooking theray: cucinare fa bene alla mente, al cuore e alle relazioni. In Italia se ne parla poco, non si fa formazione sul tema, di fatto prendersi del tempo per preparare da mangiare è un atto meditativo, aiuta se stessi e rafforza la relazione con gli altri. Cucinare è terapeutico anche per quelli che non amano stare ai fornelli? Ne parleremo a Mattina con noi con Barbara Volpi, psicoterapeuta e autrice del libro Che cos’è la cooking therapy, Carocci Editore.

Ho stravolto per prima il setting terapeutico, in Italia

“Sono stata la prima in Italia a stravolgere il setting terapeutico, cucinare è riabilitativo e terapeutico. Nel mio studio ho un laboratorio di cucina che mi ha permesso di lavorare meglio e arrivare a tutti i pazienti. Sono partita da un laboratorio con i bambini e mi si è aperto un mondo: sono anche cuoca, ho un diploma e ad un certo punto ho voluto unire psicologia e cucina – ha affermato Barbara Volpi, in alcune anticipazioni rilasciate – è stato terapeutico per me, fin dall’inizio, da quando ho cominciato a cucinare per la famiglia a quattordici anni, cucinare mi aiuta a mettere a posto i vari tasselli della mente. Spesso i pazienti dicono non mi piace cucinare, ma non è necessario essere abili cuochi per praticare la cooking therapy, basta condire in altro modo anche una semplice insalata!”

La cooking therapy oltreoceano

Cooking therapy: all’estero è possibile consultare gli esperti anche online. “A New York la cooking therapy è un metodo usato per curare le persone, diffuso e riconosciuto, più che in Italia. Con Miss Chef mi piacerebbe contribuire alla diffusione dell’arte del cucinare e curare – ha affermato Mariangela Petruzzelli, giornalista RAI e presidente dell’associazione Miss Chef – al momento raccontiamo le donne chef, professioniste nel mondo. Sono persone che hanno fatto della cucina il loro lavoro: oltre che brave sono anche affermate imprenditrici. La bravura delle donne nel settore è indiscussa, sono più avanti degli uomini. Gran parte degli chef, invece, ha imparato il mestiere, e rubato segreti, dalle nonne.”