Antonio Nicita, economista, responsabile del Pnrr nella segreteria del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul Pnrr. “Con il governo Draghi ci sono stati alcuni cambiamenti importanti, ma dentro un’impalcatura che è rimasta la stessa. L’impalcatura era già chiara dall’inizio dell’anno, con il passaggio al nuovo governo il piano si è riempito di dettagli, ma le grandi 6 missioni sono rimaste quelle, c’è stata una maggiore capacità di dettaglio dei progetti soprattutto su digitalizzazione e transizione ecologica. Stiamo ragionando di grandi investimenti in tutta una serie di settori in cui gran parte è in conto capitale, questo significa che non vedremo immediatamente dei cambiamenti significativi perché sono investimenti che hanno bisogno di anni per essere visibili, ma vedremo una ripresa che sarà sempre più forte, stimata intorno al 3% come incremento di pil cumulativo. C’è uno stretto cronoprogramma per tutti i progetti, quindi se si vede che c’è un ritardo la macchina di controllo interverrà per accelerare o sostituire i soggetti che non stanno realizzando gli investimenti”.
Sulla fiducia della Commissione Ue nel governo italiano. “Draghi si gioca la sua capacità amministrativa di grande esperienza soprattutto in un’istituzione come la Bce. Adesso per la prima volta, l’Italia fa una maggiore quantità di investimenti nelle due grandi linee programmatiche della commissione Von Der Leyen: digitalizzazione e transizione ecologica. L’obiettivo di questa commissione Ue è quello di fare il punto tra 4 anni e capire cosa è successo in Europa da questa spinta di investimenti. Essendo quelli che partono un po’ più indietro, siamo quelli che possono fare maggiori passi in avanti dal punto di vista degli investimenti”.