Nel mese di giugno di 7 anni fa, Massimo Bossetti veniva arrestato per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. Il muratore di Mapello condannato all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio continua a proclamarsi innocente e da tempo chiede nuovi esami sulle tracce biologiche rinvenute sui vestiti della povera Yara. Ma recentemente, la Corte d’Assise di Bergamo, nonostante un nuovo pronunciamento della Cassazione favorevole alla difesa di Bossetti, ha detto ancora una volta no all’accesso ai reperti.
L’avv. Salvagni su Cusano Italia Tv
I nuovi sviluppi sono stati approfonditi a “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV. Uno dei legali di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni, intervistato da Fabio Camillacci ha affermato: “Noi non ci arrendiamo e per questo abbiamo già presentato un ulteriore ricorso in Cassazione, visto che nelle tre precedenti occasioni, la Suprema Corte ci ha sempre dato ragione. Ora quindi andremo in Cassazione per la quarta volta perchè è un nostro diritto e un diritto di Massimo Bossetti, vedere quei reperti rimasti ed esaminarli. La decisione della Corte d’Assise di Bergamo ha dell’incredibile in quanto fa a stracci i principi fondamentali del diritto. Ci vorrà quindi ancora del tempo ma credo che la Cassazione ci riconoscerà il diritto di riesaminare i reperti. Mi chiedo come è possibile che la Corte di Bergamo nelle precedenti occasioni non abbia tenuto conto del pronunciamento della Cassazione a noi favorevole, decidendo solamente di chiuderci la porta in faccia. Tutto questo è assurdo. E’ chiaro ed evidente che da parte dei giudici di Bergamo c’è l’intento di evitare di riaprire il caso, impedendoci di riesaminare quei reperti. Ripeto, non capisco perchè: se non pensando male. Spero che questo stucchevole valzer, Cassazione-Corte di Bergamo prima o poi finisca e ci sia consentito di fare nuovi esami sui reperti rimasti. In carcere, condannato all’ergastolo, c’è un uomo che ha sempre detto: fatemi fare una perizia come si deve e capirete che lì dentro non c’è il mio Dna. Quindi quello della Corte di Bergamo è un autentico contorsionismo mentale un’acrobazia giuridica, per arrivare a dirci di no per la terza volta. Si tratta di un sofisma, di un bizantinismo, non so più come definirlo. E se passa tutto questo cade la certezza del diritto e dei provvedimenti giurisdizionali; va ad intaccare le basi del diritto e del nostro vivere civile. In sostanza si rischia di sconfinare in veri e propri abusi. Intanto, ora passeranno altri mesi e Massimo Bossetti rimane all’ergastolo; ma ripeto noi legali continueremo a batterci senza sosta utilizzando gli strumenti del diritto che ci vengono concessi. Come recita il nostro codice penale dobbiamo raggiungere una certezza esente da ogni ragionevole dubbio per arrivare a una sentenza di condanna così pesante. Qui invece c’è un uomo condannato all’ergastolo senza che sia mai stata verificata al 100% quella prova di condanna. Io mi domando se questo è accettabile in un Paese civile ed evoluto come il nostro. Strana, singolare e senza precedenti anche un’altra cosa: noi avvocati difensori di Bossetti accusati e indagati per calunnia”. L’avvocato Claudio Salvagni ha anche mostrato alle telecamere di Cusano Italia TV le oltre 100 pagine che formano il nuovo ricorso depositato in Cassazione. Poi Salvagni sulle condizioni di Bossetti ha rivelato: “Ho incontrato Massimo Bossetti in carcere pochi giorni fa, trovandolo molto ma molto provato. E comunque Massimo mi ha detto ‘sono disperato, non so più che cosa devo fare. Avvocati continuate a lottare, ho fiducia di voi e non smetterò mai di lottare perchè sono innocente. Lo faccio per me, per i miei figli e perchè so che Yara non ha avuto giustizia’. Sempre più un uomo distrutto; il carcere è duro, ancora più duro se lo vivi da innocente. Non a caso è controllato costantemente dagli operatori penitenziari per evitare che commetta qualche insano gesto”.