Gigi Proietti, direttore del Globe Theatre per diciotto anni, ideatore del riuscito progetto teatrale nel cuore di Villa Borghese, adesso anche intestatario del nome della struttura a lui dedicata. “I grandi intellettuali, e artisti, hanno molti media attraverso i quali sopravvivere. Gli artisti dello spettacolo, soprattutto attori e registi, possono sfruttare un’eredità immateriale importante – ha affermato Loredana Scaramella, in alcune anticipazioni – l’immateriale, in questo caso, è contenuto da un involucro che è questa meravigliosa ode di legno che Gigi ha avuto il genio di inventare, e proporre, in anni in cui c’era una grande energia e non c’erano ostacoli economici o ideologici. Sono stati anni pieni, la struttura è anche in linea col contenitore che ospita il teatro, cioè Villa Borghese.”
L’impegno con la città di Roma
“Come a Milano esiste uno Strehler, mi pare giusto ci fosse a Roma un teatro col nome di un grande attore che ha dedicato gran parte dell’attività artistica alla propria città. Roma, per giunta, non omaggia tantissimo i suoi artisti – ha aggiunto Scaramella – le primissime presenze teatrale di Gigi Proietti erano orientate verso la musica, non nasce come attore. Prima di essere il personaggio poliedrico che abbiamo conosciuto è stato un grandissimo meraviglioso artista di teatro di prosa. Da tutti viene visto come uno di famiglia, ma anche quelli di famiglia possono essere grandi intellettuali.”
Il Globe è un teatro per tutti
Proietti ha avuto la capacità di avvicinare tutti al Globe, “è un teatro particolare. I teatri sono fatti di interazione tra pubblico, artisti sul palcoscenico, e direzione artistica – si è congedata la regista Loredana Scaramella – è impossibile pensare con la testa di Proietti, ma ci proviamo. Ha sempre fatto un teatro trasversale, per tutti. Il nostro è un pubblico giovane, teatrale, neofita, non è semplice intrattenimento, rispettiamo i testi, ma li rileggiamo e interpretiamo in modo che siano più vicino a noi, al pubblico, e più adeguati alla nostra epoca.”