Guido Crosetto, co-fondatore di Fratelli d’Italia, è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto da Stefano Bandecchi, fondatore dell’Università Niccolò Cusano, su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
“Io il vero capo di FDI? Ho detto a Giorgia Meloni di citare in giudizio per diffamazione tutti quelli che scrivono certi articoli –ha affermato Crosetto-. Io non riesco a citarli per diffamazione perché mi trattano bene, è lei che dovrebbe arrabbiarsi. Penso che Giorgia non ascoltasse neanche sua mamma quando aveva 2 anni, figuriamoci adesso che è maggiorenne. Non tollererebbe nessuno né dietro le spalle né davanti. FDI è un partito molto leaderistico come quasi tutti i partiti, lo era FI, lo è adesso la Lega con Salvini. Ciò detto FDI ha una classe dirigente, perché è un partito che ha un retaggio storico importante, sia nella parte più di destra rappresentata da Meloni e La Russa, sia in quella più liberale che rappresento io”.
Sulla federazione del centrodestra al governo. “Io non credo alle federazioni che avvengono nei momenti di debolezza, perché rischiano di sommare le debolezze. In una federazione che nasce per volontà di Salvini, si rischia di perdere la parte moderata che non si riconosce sicuramente nella leadership di Salvini, ma di perdere anche la parte più leghista che non si riconoscerebbe nell’abbraccio con Forza Italia. Alla fine potrebbero uscirne avvantaggiati da una parte FDI, dall’altra la nuova lista di Toti e Brugnaro, mentre Lega e Fi rischierebbero di non raggiungere l’obiettivo che si sono posti. La loro preoccupazione adesso è l’eccessiva crescita del consenso per la Meloni, io penso che la stessa Giorgia sia preoccupata per un’eccessiva crescita perché non vuole che ci sia attrito nel centrodestra, se lei potesse fermarsi alla cifra a cui è arrivata adesso senza andare ad intaccare il ruolo di primo partito lo farebbe volentieri perché è così intelligente da capire che se gli altri prendono male questa cosa rischia di rovinarsi un clima che invece il centrodestra deve costruire da adesso ai prossimi 6 mesi per un semplice motivo: il centrodestra non ha mai avuto l’opportunità di essere determinante nella scelta del Presidente della Repubblica, questa volta invece è determinante se rimane unito. Calcolando i voti parlamentari, i voti regionali, calcolando i voti che si stanno spostando dal Gruppo Misto il centrodestra è maggioranza e può giocare una partita rilevante”.
Sulla coalizione di centrodestra. “Se dovessero andare al governo FDI, Lega e Forza Italia vorrei che facessero scelte di rottura rispetto al passato, con il mondo sindacale, con il mondo universitario, con il mondo del lavoro, bisogna fare scelte che guardino al futuro, senza paura delle reazioni che potrebbero esserci nell’immediato. Se non facciamo questo siamo destinati a perdere. Se non cambiamo in fretta e non togliamo alcune cancrene questo Paese è morto, non andrà da nessuna parte”.
Draghi al governo o al Quirinale? “C’è un momento di debolezza della politica che è iniziato anni fa, quando la magistratura ha iniziato a fare la selezione della classe politica, decidendo di eliminare un’intera classe politica, ed è proseguito quando gli italiani hanno dato il 35% a quelli che dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e poi se lo sono mangiato. E’ difficile mantenere un livello di politica elevato quando hai mandato lì persone approssimative che hanno il terrore di ritornare alla condizione precedente. Se non hai la possibilità di tornare a fare qualcosa sei prigioniero. E adesso il governo probabilmente durerà ancora 2 anni perché a 4 anni e 6 mesi scatta la pensione, un anno in più per persone che se tornano a casa non hanno un lavoro è un anno in più, abbiamo tanta gente in parlamento che orienta il proprio ragionamento in base al proprio percorso personale. Draghi quindi non può fare il Presidente della Repubblica perché altrimenti si andrebbe a votare e questi perderebbero un anno di stipendio, ma siccome non possono dirlo dicono che siccome è bravissimo lo vogliono ancora al governo. A me non stupisce che persone con quel curriculum facciano questi ragionamenti, è evidente che una persona con reddito zero che arriva a 10mila euro al mese difficilmente abbandona quei soldi per tornare a zero. Non mi riferisco solo a una parte politica, il Pd ad esempio non ha mai mandato in parlamento gente che non ha né arte né parte, i grandi partiti hanno sempre selezionato la classe dirigente”.