Andrea Cangini, senatore di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla federazione del centrodestra al governo. “Tutti i partiti in questo momento sono alle prese con la definizione o la ridefinizione della loro identità, perché di fatto questo governo Draghi segna l’inizio di un contesto politico nuovo, siamo all’anno zero da questo punto di vista –ha affermato Cangini-. Forza Italia, a differenza degli altri, ha un problema in più perché non è un partito tradizionale, è un partito nato con un leader carismatico e si presume che difficilmente possa sopravvivere al leader che l’ha fondato. L’idea di avvicinarsi alla Lega non nasce oggi, chi aveva occhi per vedere se n’era accorto da tempo. Io sono l’ultimo arrivato in Forza Italia e non ho il feticcio del partito che mi ha candidato e mi ha fatto eleggere, non credo di dovere niente a nessuno, se mi sono impegnato in politica è perché credo nella politica, credo che serva lavorare ad un centrodestra di governo e questo resta il mio obiettivo. O questo processo va avanti e la Lega diventa qualcosa d’altro rispetto a quello che è, un partito che consenta il dibattito interno, dove la cultura liberale abbia piena cittadinanza, oppure è semplicemente un’annessione destinata a far scomparire un alleato che copre un’area più moderata dello schieramento e questo penso che non sia nell’interesse di nessuno. Modello Casa delle libertà? Quell’esperienza è stata piuttosto complicata, non senza traumi, difficile dire che sia stato un successone. E’ una cosa che va pensata, discussa, non c’è nulla di scritto al momento. 6 mesi fa avrei detto quanto di peggio su questa prospettiva, ora però c’è il governo Draghi che è nato col sostegno di Salvini, chi poteva immaginare 6 mesi fa che Salvini avrebbe sostenuto il governo guidato dalla personalità più europeista che l’Italia abbia mai espresso. Grazie al cielo lo ha fatto perché questo governo sta facendo benissimo al Paese. Qualcosa sta cambiando, bisogna capire se il cambiamento è reale, se cambieranno le alleanze europee di Salvini, se capirà finalmente che un partito che ha più del 20% e ha l’ambizione di governare deve stare nel Ppe. Il tema vero è se è possibile per Forza Italia esistere a prescindere da Silvio Berlusconi? Berlusconi vuole che FI vada avanti con le sue gambe quando tra cent’anni non ci sarà più lui? Che ci siano dei dubbi sul futuro lo abbiamo detto fino ad oggi. Di sicuro sta cambiando il contesto politico, io immagino che nei prossimi mesi, superata la pandemia, l’Italia vivrà un momento di rinascita anche economica importante, questo metterà di una disposizione d’animo diversa anche le categorie che più hanno sofferto, si tratterà con l’Europa la rinegoziazione dei trattati, si apre una fase di potenziale benessere e di grande sviluppo, per fare questo occorrono forze consapevoli, competenti e con una visione liberale e un approccio liberale ai problemi. Credo che tutti i partiti dovranno rimodulare la loro presenza sulla scena con questa lente e questo è un bene, che lo faccia Forza Italia o che lo faccia un altro partito con un altro nome non lo so. Credo che per Salvini sia stata una necessità più che una scelta, ma spesso il ruolo che svolgi determina chi sei e come ti poni, i contesti determinano le scelte politiche, quindi non fa una grande differenza perché la scelta è stata fatta. Salvini ha cambiato, la Meloni sta cercando di cambiare, questa è una buona cosa, poi vedremo quanto effettivamente ci sarà di sostanza in questo cambiamento, però è una fase in cui ci si sta preoccupando di dare sostanza alla politica, paradossalmente è più demagogico Letta oggi di quanto lo sia Salvini”.