Sembrerebbe quasi profetico, Apples, il film dell’esordiente greco Christos Nikou che ha aperto la sezione Orizzonti all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, per poi sbarcare in streaming in esclusiva su MioCinema. Il regista lo scrive anni fa, in tempi non sospetti, nel tentativo di elaborare la morte del padre ed esplorare i meccanismi del ricordo. Al centro, infatti, c’è una strana pandemia di amnesie. Si diffonde improvvisamente tra gli umani, che tutto a un tratto faticano a ricordare. Ne è vittima il protagonista Aris, ritrovato a bordo di un autobus senza documenti ne tracce della sua vita passata. Ricoverato in una clinica speciale, sottoposto a strambi test di memoria decide di inscriversi a un programma di sperimentazione. Per aiutarlo a costruirsi un’identità, gli viene assegnato un nuovo appartamento e affidata una vecchia polaroid con cui documentare le sue esperienze. Esperienze puntualmente eterodirette dalla voce metallica del dottore che fuoriesce da un’audiocassetta, ogni giorno, con nuove improbabili prove da superare. Nel portare a termine uno di questi compiti conosce Anna, volontaria anche lei, che condivide la sua stessa situazione. L’incontro imprevisto ha il magico potere di ridestare in Aris veri ricordi a lungo sopiti e lo mette difronte a una dura scelta: meglio un passato doloroso, un presente artificiale o un futuro tutto da inventare?
Apples, ambientato in un’Atene analogica e post apocalittica, perfettamente resa proprio perché semplice e senza artifici come impone il budget, è il mix perfetto di humor critico e atmosfere surreali. Nikou trae ispirazione principalmente dal nostro bisogno compulsivo di immortalare ed archiviare sugli smartphone tutto ciò che ci passa davanti, un’abitudine che certamente ha atrofizzato la nostra memoria, e finisce per mettere in fila una serie di scene dall’ironia sottile, che coinvolgono il serissimo protagonista e la sua polaroid. Lo vediamo rigido e impassibile sperimentare la prima bicicletta sottraendone una in formato mini a un bambino nel parco giochi, oppure apprestarsi al primo tuffo, che su indicazione del dottore dev’essere dal trampolino più alto, quello da dieci metri, un modo maldestro per ricordare cosa vuol dire soffrire di vertigini. Anche le mele, unica passione che non tarda a recuperare, vengono coinvolte: il negoziante vedendolo sempre a comprar mele finisce per apostrofarlo rispolverando il vecchio detto per cui il frutto, tra le altre cose, è un toccasana per la memoria. Ancora insicuro sul fatto di voler ricordare o meno, onde evitare rischi Aris le abbandona per le arance.
Memoria, identità, perdita, una riflessione sul presente che assume ancora maggior rilevanza con l’avvento della vera pandemia. La malattia nella commedia drammatica di Nikou non è, infatti, che un banale pretesto per esplorare la nostra mente e cercare risposte. Siamo la somma dei nostri ricordi o qualcosa di più? Ricordiamo tutto o solo quello che abbiamo scelto di ricordare? È possibile dimenticare il ricordo più doloroso? La conclusione a cui giunge Apples, aperta ad ogni interpretazione, ha ottenuto il plauso dalla critica internazionale e precedentemente conquistato Cate Blanchett che troviamo in veste di produttrice esecutiva. Con il merito di aver brillantemente catturato il momento, pur non essendo poi rientrato in cinquina, il film ha anche gareggiato per la Grecia nell’ultima corsa agli Oscar.