Il matematico Giovanni Sebastiani, primo ricercatore presso l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “M. Picone” del Cnr, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta dal fondatore dell’UniCusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (ch. 264 dtt).

Sulle riaperture. “Più che di rischio calcolato parlerei di costo calcolato –ha affermato Sebastiani-. Considerando la situazione attuale, viste le spinte economiche e sociali, avrei adottato questa soluzione: permettere le riaperture, ma a fine maggio e non a fine aprile. A fine maggio, con i ritmi di vaccinazione attuale, metteremo in sicurezza con doppia dose gli over 70 e in questa fascia d’età cade l’86% della mortalità per covid-19. La mortalità è in calo già da metà marzo, però nella condizione attuale, con un’alta incidenza di casi, sarebbe stato più opportuno attendere e, secondo i miei calcoli, avremmo potuto salvare dalle 8 alle 10mila persone. Per questo parlo di costo calcolato”.

Sulla riapertura delle scuole. “Dall’ultimo rapporto che mi ha passato il prof. Palù emerge che nelle ultime due settimane, rispetto alla terzultima, ci sono solo due curve che non decrescono: quella del contagio da 0 a 9 anni che cresce e quella da 10 a 19 anni che è piatta, tutte le altre sono in calo. Fino a qualche tempo fa avrei detto che i bambini sotto i 10 anni non contribuivano alla diffusione, con la variante inglese la situazione è cambiata. Io le scuole non le avrei riaperte, avrei fatto un discorso ai ragazzi rendendoli responsabili, scegliendo insieme a loro la modalità migliore per fare lezione a distanza. Invece i ragazzi sono diventati come barchette in mezzo alla tempesta, tra aperture e chiusure”.

Sui festeggiamenti dei tifosi dell’Inter a Milano. “Sicuramente quell’assembramento comporterà dei danni, porterà un rialzo dei contagi, difficile prevedere quanti. E’ criticabile il comportamento del singolo, ma anche delle istituzioni visto che quell’evento era prevedibile. Lasciare una piazza totalmente libera è stato un errore secondo me”.

Sul possibile sviluppo del covid. “E’ abbastanza certo che data il tipo di contagiosità e la letalità delle varianti finora sviluppate, il virus diventerà come l’influenza. Nel frattempo dobbiamo cercare di limitare i danni, a livello sanitario ed economico. E’ molto probabile che fenomeni del genere riaccadano. Negli ultimi 20 anni abbiamo avuto 3 casi, in due ci ha detto bene con Sars e Mers, con il covid ci ha detto male soprattutto a causa degli asintomatici”.