Walter Verini, tesoriere nazionale del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul caso Fedez. “Non ci sono contraddizioni tra diritti sociali e diritti civili –ha affermato Verini-. Il governo e il parlamento hanno approvato indirizzi sul Recovery Found che sono investimenti colossali che creeranno lavoro e sviluppo, a partire dai giovani e dalle donne. Ci stiamo occupando della vita quotidiana dell’Italia, dentro la quale ci sono anche i diritti civili. L’omofobia c’è ancora in Italia, queste sono emergenze che un Paese civile deve affrontare. Credo sia giusto che un Paese tenga insieme diritti sociali e civili e questo è ciò che il nostro segretario Letta ha ribadito. Quanto alla questione della censura di Fedez, quando un artista sale sul palco deve essere libero di esprimersi. La Rai è servizio pubblico, nei compiti di un servizio pubblico c’è anche la tutela della libertà di espressione soprattutto in campo artistico. La Rai poteva accertarsi di ciò che sarebbe andato in onda, lasciando libertà agli artisti e poi magari aprire un dibattito pubblico sul tema, ascoltando magari le testimonianze delle vittime di odio, mettendo a confronto opinioni diverse. La legge Zan non è che colpisce le idee, colpisce l’odio e l’istigazione omofoba. Se oggi una persona aggredisce un’altra persona omosessuale è ovvio che si tratta di un reato contro la persona che viene punito così come vengono punite tutte le violenze, ma qui c’è qualcosa di più così come c’è qualcosa in più nelle violenze antisemite per cui è stata fatta la legge Mancino. Gli atti di violenza in questo caso sono anche atti di istigazione alla violenza. Se un sacerdote da un pulpito dice che non approva le unioni omosessuali, questa è un’opinione che va rispettata e la legge Zan garantisce questa libertà. Con la legge Zan si colpisce chi istiga all’odio contro la diversità, contro l’omofobia. Mi auguro che il Senato si concentri su una legge che come Camera abbiamo consegnato all’altro ramo del Parlamento con una serietà ed un approccio che ha portato ad avvicinare le posizioni e a limitare dei dubbi, io penso che sia una legge di civiltà per il Paese e di tutela nei confronti di cittadini che non devono essere discriminati per il loro orientamento sessuale. Sono leggi che esistono in tutta Europa e l’Italia è in ritardo su questo”.