Nelle giornate del 30 e 31 marzo 2021 si è svolta la REN 2021 – Research on Educational Neuroscience International Conference, in modalità webinar, presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano promosso dal laboratorio di Neuroscienze Educative e dello Sport diretto dal Prof. Francesco Peluso Cassese.
La manifestazione ha riscosso un successo strepitoso in un momento in cui il paese è chiuso per la pandemia ed il sistema educativo è stato tra i più colpiti un momento di riflessione e di dibattito sui temi delle ricerche applicate all’istruzione è stato molto sentito ed apprezzato.
Circa 1000 i partecipanti iscritti che si sono divisi nelle 24h di diretta in cui si sono alternati 9 keynote e 66 relatori provenienti da 37 Università di 7 paesi.
Il prof. Peluso Cassese, Associato presso l’Università Niccolò Cusano e ideatore di questa conferenza, in apertura ha voluto ricordare con qualche secondo di raccoglimento le vittime della pandemia nel mondo e dopo si è espresso proprio sulla visione della ricerca scientifica oggi: “…mai come adesso la società si è resa conto dell’importanza della ricerca scientifica, l’arrivo dei vaccini in così poco tempo, come unica soluzione all’uscita da questa crisi sanitaria, ha dato proprio il peso e la necessità di investire nella ricerca per esser pronti ad affrontare il futuri in tutti i campi.”
Non bisogna infatti pensare alla pedagogia come un ambito di ricerca chiuso in modelli standardizzati ma una scienza in continua evoluzione “già nei primi anni di questo millennio Elisa Frauenfelder con il famoso testo Pedagogia e biologia una possibile alleanza aveva racchiuso l’importanza della collaborazione di varie discipline pedagogia, psicologia, biologia, antropologia ecc. per la riuscita del processo educativo” ha detto il Prof. Gomez Paloma Ordinario all’Università di Macerata.
Ci si è soffermati sui tanti problemi del sistema educativo e dell’educazione in generale cercando di capire su quali punti agire per migliorare lo stato delle cose. Il Prof. Rivoltella Ordinario presso l’Università Cattolica di Milano è stato illuminate analizzando l’attuale momento della didattica nelle scuole con questa “piattaformizzazione diffusa” che tante discussioni ha generato ma che come lo stesso docente ha poi enunciato “non è stata concettualizzata oggi ma già nel 1968 Postman partecipava alla definizione di Medium Theory definendo come l’ambiente di apprendimento, in questo caso una piattaforma virtuale, agisse sulla percezione, pensiero e strutturazione della conoscenza dei partecipanti”.
Oggi quindi viviamo in un ambiente di apprendimento che sta modificando molto noi stessi e la percezione che abbiamo della realtà venendo bombardati da stimoli e tutto ciò “produce, altera i ritmi dell’attenzione rendendola periferica, discontinua, aumentando la capacità di distrarsi… …sull’addensamento del tempo, sull’accellerazione delle nostre vite e sulla trasformazione dei ritmi e delle modalità dell’attenzione i media un impatto lo hanno resta da capire quale nella prospettiva delle neuroscienze”. Quest’analisi è stata ampliata a livello globale dal prof. Ali dell’Università delle Antille che ha creato parallelismi con la situazione in Francia e a Singapore. Dario Ianes, professore Ordinario presso l’Università di Bolzano, esperto di inclusione ha voluto aprire il tema del contributo delle neuroscienze educative alla diversità “mi piacerebbe che le neuroscienze educative aiutassero a scoprire le differenze e le insegnanti fossero sempre più capaci di leggere aldilà delle superfici in modo da fare qualcosa in funzione della differenziazione didattica. La differenza è un opportunità che le neuroscienze ci devono aiutare a cogliere in ambito educativo” “non è semplice accogliere per alcuni insegnanti, ancora adesso ci sono insegnanti, che ritengono che una verifica differenziata o personalizzata sia un aiuto ingiusto perché viola il principio di uguaglianza. Fanno fatica perché è più facile dire siamo tutti uguali ci devi trattare tutti nella stessa maniera che dire siamo differenti ci devi trattare in maniere diversa ognuno.”
Grande attenzione ha destato il collegamento a questo discorso circa la teoria della semplessità in ambito didattico e la proposta a sperimentare in che termini questa sia utile negli ambiti formativi. Per il prof. Sibilio, Ordinario presso l’Università di Salerno, “sono in noi risorse inesplorate, lo dimostra la ricerca sui processi inclusivi, la capacità di usare separatamente le risorse che sono nell’esperienza della disabilità insegnano ad ognuno di noi che è possibile separare ed operare separatamente.”
Gli oltre sessanta relatori hanno sviluppato questi temi approfondendo ed applicando a vari contesti e cercando di proporre soluzioni e best practices e in conclusione tutti gli studiosi si sono dichiarati disponibili a creare una rete di ricerca scientifica che valorizzi i loro contributi per migliorare il sistema educativo, conclude il prof. Peluso Cassese “come disse Nelson Mandela l’educazione è l’arma più potente per cambiare il mondo è ora di usarla, arrivederci alla REN 2022 ”.
La segreteria organizzativa REN2021
Laboratorio di Ricerca Scientifica HERACLE
Università degli Studi Niccolò Cusano