Stefano Bandecchi, presidente della Ternana, ha parlato della promozione in Serie B dei rossoverdi ai microfoni di Cusano Italia Tv durante la trasmissione “L’imprenditore e gli altri”.

La stagione dei record

“Il merito è di tutto uno staff organizzativo, che parte dal vicepresidente Tagliavento che è sul territorio tutti i giorni e ha fatto sì che la Ternana diventasse una società che si occupa di calcio, ma anche di sociale e di politica a livello industriale –ha affermato Bandecchi-. Tagliavento è una persona con grande esperienza nel mondo del calcio, ma non aveva mai fatto il dirigente, si è subito ben integrato, ha saputo mantenere i rapporti tra le istituzioni e la squadra, ma ha saputo anche lasciare gli spazi giusti e ha saputo fare da collante tra Leone e Lucarelli, anche se non ne avevano bisogno. E’ uno di quei dirigenti di alto profilo che nel mondo del calcio fa la differenza. Poi c’è il direttore Leone, che ha saputo costruire una squadra in cui forse ad un certo momento soltanto lui ha creduto. Leone è l’ingegnere della macchina. Poi lo staff tecnico guidato da Cristiano Lucarelli, che ha portato quella ventata importante di professionalità, Lucarelli è stato lo Schumacher della situazione. Poi i ragazzi che sono stati dei fenomeni, hanno vissuto in maniera monacale quest’anno, tra casa e lavoro. La Ternana ha vissuto il covid sempre con un atteggiamento particolare, quando l’anno scorso a marzo si è chiuso tutto, la Ternana si è messa a disposizione del sociale, in primis i calciatori. Noi fin dall’inizio abbiamo detto che avremmo affrontato tutte le partite come se fossero playoff. Mentirei dicessi che avevo previsto di fare un campionato del genere, noi avevamo previsto di fare un campionato ai vertici da protagonisti, ma non avremmo mai pensato di essere oggi a 81 punti e fare tutti i record che stiamo facendo, si dice che l’appetito vien mangiando e per noi è stato così. Il carrarmato? A un certo punto abbiamo voluto isolare la squadra dal mondo esterno, il carrarmato era la raffigurazione più chiara di un oggetto metallico che ti tiene distaccato dal mondo esterno. Giocheremo le prossime partite con ancora più determinazione perché ci sono in ballo dei record importanti e perché serve rispetto per i nostri avversari, se avessimo atteggiamenti diversi non saremmo la Ternana”.

L’allenatore

“C’erano tre nomi in ballo ad inizio stagione, però ho scelto Lucarelli per una serie di situazioni, prima di tutto perché mio fratello era innamorato calcisticamente di Cristiano Lucarelli. Quando ho incontrato per la prima volta Lucarelli, cercavo di capire come mai mio fratello, che adesso non c’è più, vedesse in quell’uomo un supereroe. Mi sono dunque trovato coinvolto in una situazione emotiva particolare. Poi è bastata una chiacchierata, ho convinto Leone ad andare a conoscere Lucarelli ed è stato importante perché lui non lo conosceva bene. La leggenda parla di un Lucarelli ribelle, impetuoso, non ligio alle regole, invece non è così, un calciatore di Serie A non diventa così forte e non arriva a quei livelli se non è disciplinato. Quando abbiamo scelto definitivamente Lucarelli, tutti pensavano che avremmo litigato, ma siamo due uomini normali che si sono trovati, si sono conosciuti, rispettati e ognuno è stato dentro al proprio ruolo per tutto l’anno”.

I tifosi

“Per capire la tifoseria sono diventato un tifoso, quasi un ultrà, sono andato a vedere tutte le partite da vero e proprio tifoso.  Da tifoso non si può risparmiare l’errore e quindi ho dovuto rivalutare i miei tifosi, che mi hanno applaudito come io ho applaudito la mia squadra quando ha vinto, ma come l’ho ‘odiata’ quando non ha ottenuto il risultato che doveva ottenere. Così ho capito la mia tifoseria”.