Il sociologo Maurizio Fiasco è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul caso Astrazeneca e lo scetticismo nei confronti dei vaccini. “Quello che è accaduto era ampiamente prevedibile in letteratura, bisognerebbe servirsi di questi concetti per non sbagliare –ha affermato Fiasco-. E’ chiaro che presentare una decisione razionale, ma in condizioni di incertezza, come una decisione matematica che garantisce il risultato, avrebbe provocato il contraccolpo della diffidenza, questo era ampiamente prevedibile, perché la medicina, la salute, tutto ciò che riguarda l’evitamento del rischio non porterà mai ad un’equazione matematica. Il punto è che bisogna prendersi la responsabilità, il capitano di una nave non sa quale tempo incontrerà, ma deve tenere la rotta, in questo caso non c’è stato, c’è stata la combinazione di un’ottusità di vari sistemi che tendono a scaricare le responsabilità, con la distorsione del messaggio che è arrivato al pubblico. Poco fa il ministro Speranza ha detto che noi dubbiamo suscitare il protagonismo di medici ed infermieri, il protagonismo rinvia sempre ad una drammaturgia, ad una spettacolarizzazione, io avrei preferito che fosse usato il termine ‘servizio’. Non si può non comunicare, anche quando si tace si comunica. Nel momento in cui non c’è una disciplina sui messaggi che circolano, è chiaro che poi i risultati sono quelli a cui abbiamo assistito. Queste ore di incertezza hanno generato dei costi umani, chi risponde di questo? Bisogna costruire un noi tra chi opera e chi riceve il beneficio di chi opera, se non si crea una forte collaborazione non si esce da questa situazione”.
Sulla comunicazione del governo. “Bisogna parlare e saper parlare, Roosevelt parlava continuamente, ma con il linguaggio della verità e della responsabilità. Chi ha la responsabilità massima deve parlare, ovviamente dandosi un codice ed esponendosi anche alla valutazione della sua figura morale. Ovviamente non deve manipolare, ma se si sente interiormente la missione che si ha verso il Paese bisogna parlare”.
Sul post-pandemia. “Ci riprenderemo se avremo colto da questa tragedia un principio educativo comune e sono sinceramente ottimista, se qualche protagonismo di troppo venisse tolto dalla scena vi sarà un orizzonte morale unificante degli italiani e riprenderemo davvero con vigore. Bisogna dirci che non tutti stanno pagando allo stesso modo, c’è una parte di popolazione che non ha pagato assolutamente nulla e altri che invece hanno pagato molto”.