Un rapimento a colpo freddo

La mattina del 16 marzo 1978 Aldo Moro, presidente della D. C., fu rapito mentre andava in Parlamento, a Montecitorio, per il dibattito sulla fiducia al governo Andreotti.

Il commando di una ventina di brigatisti agì in via Mario Fani, a Roma e furono uccisi cinque componenti della scorta dello statista pugliese. Cominciò così uno dei periodi più bui della storia dell’Italia repubblicana. Nemmeno i servizi segreti riuscirono a trovare Moro in tempo.

Il giorno del ritrovamento

La sua prigionia durò 55 giorni e terminò con la sua uccisione: il 9 maggio 1978 il cadavere di Moro fu trovato nel bagagliaio di una Renault rossa in via Caetani, a Roma. Un episodio indelebile nella mente degli italiani, una pagina di cronaca che ha cambiato la storia dell’Italia intera.

Sergio Mattarella in Via Mario Fani: ricordare atti di orrore

Oggi, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel 43° anniversario del rapimento, ha deposto una corona di fiori lì dove le Brigate Rosse sequestrarono l’allora Presidente.

Nell’occasione ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“Ci separano 43 anni dal disumano assassinio a Roma, ad opera dei terroristi delle brigate rosse. In quell’occasione perdemmo Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino. Difensori dello Stato di diritto. Difensori della libertà e della democrazia della Repubblica.  Pagarono con la vita il mandato loro affidato di proteggere Aldo Moro, statista insigne, presidente della D. C., il cui calvario sarebbe durato sino al successivo 9 maggio. Giorno in cui, il suo corpo venne fatto ritrovare in via Caetani. Una data, incancellabile nella coscienza del popolo italiano”.

L’Italia unita da forte senso di responsabilità

La democrazia italiana venne privata, in quell’agguato, di uno dei leader più autorevoli e capaci di visione. In quei terribili giorni si fece strada un forte sentimento di unità, diffuso nel Paese e che fu decisivo per isolare le bande del terrore, per respingere i loro folli progetti e le insinuazioni della loro propaganda. Una unità che si tradusse in più avvertita responsabilità verso il valore delle istituzioni democratiche.