Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulla situazione covid. “Da tre settimane le curve sono in risalita –ha affermato Cartabellotta-. Man mano che questi casi settimanali aumentano, aumentano le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva. Inevitabilmente, le chiusure sono proporzionate all’aumento della diffusione del virus visto che con le varianti il contagio va più veloce rispetto al passato”.

Sull’indice rt che determina il passaggio in zona rossa. “I problemi devono essere distinti tra quelli tecnici-metodologici e quelli decisionali-politici. Per quello che riguarda i primi, da tempo sottolineiamo che l’indice rt presenta alcuni limiti che non lo rendono molto efficace per valutare l’andamento della pandemia, in primis perché viene calcolato solo sui soggetti con sintomi e poi viene calcolato su una stima che riguarda i 14 o 7 giorni precedenti. In una situazione come quello attuale questo determina un ulteriore ritardo. Il terzo problema è che quando si dice che il colore delle regioni dipende da 21 indicatori è vero in assoluto, ma l’rt pesa più del 50%”.

Sulla vaccinazione. “Siamo in una fase di transizione. E’ importante che adesso dal punto di vista logistico ed organizzativo il sistema stia migliorando. Nel fine settimana le vaccinazioni scendono di molto, il personale sanitario va supportato. Ora il piano del generale Figliuolo prevede 500mila vaccinazioni al giorno, ma non contempla i problemi legati alle consegne dei vaccini e al rifiuto di una parte della popolazione a vaccinarsi. Se manca la materia prima bisogna muoversi anche con altre modalità”.

Su Astrazeneca. “Questa vicenda non ci voleva, la popolazione va rassicurata. Quando si vaccinano tante persone, è evidente che si possano verificare eventi gravi, indipendentemente dal vaccino. Non va confuso il nesso causa-effetto con un nesso di carattere temporale. Ci dobbiamo fidare delle istituzioni, non dei titoloni dei giornali altrimenti la campagna vaccinale va in tilt”.