Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao Assomed, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sul caso Astrazeneca. “Eventi avversi possono sempre capitare, bisogna capitare se vi è un nesso di causalità tra la somministrazione e l’evento –ha affermato Palermo-. Se guardiamo i dati l’incidenza di eventi trombotici non è diversa da quella che si poteva avere nel caso si fosse somministrata ad esempio la fisiologica, con una casistica di questo tipo è difficile attribuire al vaccino questa causalità. Ordinariamente il numero di eventi avversi che ci si aspetta è molto più alto. A mio parere vi è un eccesso di allarmismo, questo sì che è pericoloso perché potrebbe indurre a posizioni no vax. Noi sappiamo che la vaccinazione è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per evitare soprattutto le forme gravi di covid. Il paradosso è che, avendo paura delle vaccinazioni, incrementiamo l’afflusso di malati gravi in ospedale, andiamo a saturare le terapie intensive ed impediamo ad altri malati di accedere a queste cure. Bisogna fare molta attenzione e lasciare che le autorità preposte facciano il loro lavoro, valutando scientificamente il singolo caso. Già le dichiarazioni di ieri dell’Ema sono assolutamente tranquillizzanti. Inoltre si dimostra la capacità del sistema di andare ad intercettare anche situazioni particolari, perché rapidamente sono stati individuati i lotti interessati e l’intero sistema si è messo in moto per dare delle risposte. Vuol dire che siamo a livelli di sicurezza molto alti. Ma già ora guardando i numeri non abbiamo una diversa incidenza a quello che ci si poteva attendere anche somministrando una semplice fisiologica. Mi sembra anche esagerato che la magistratura di Catania abbia aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti di chi ha vaccinato questo militare. Provate ad immaginare come si sentano oggi decine di migliaia di vaccinatori che abbiamo reclutato in tutta Italia. Questo mette in evidenza come sia arretrata la legislazione, il codice penale in Italia. Un atto medico non può valutato dalla magistratura alla stregua di un pestaggio o di una coltellata”.

Sulla situazione covid in Italia. “Avvertiamo profonda delusione perché certe cose le avevamo già preannunciate 4 settimane fa e come al solito arriviamo in ritardo. Era già prevedibile dall’analisi delle curve che saremo arrivati a 25mila casi al giorno all’inizio di marzo e sarebbero di conseguenza aumentati i ricoveri. Io capisco che sia difficile guidare il vascello Italia tra Scilla e Cariddi, tra il disastro sanitario e quello economico-sociale, però delle scelte anche difficili vanno fatte, soprattutto in un contesto attuale in cui vediamo la luce in fondo al tunnel. Capisco il dolore di chiudere le scuole, di costringere tutti alla dad, le conseguenze pedagogiche che questo determinerà sui bambini in particolare, ma forse non abbiamo tante altre scelte. 2-3 settimane di zona rossa è il prezzo minore che possiamo pagare ad un’epidemia che altrimenti ci costringerà a ripetuti stop&go”.