Gianluigi Paragone, senatore del gruppo misto e fondatore di No Europa per l’Italia – Italexit con Paragone, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sulle forniture dei vaccini. “Quando nascondi e rendi segreti i contratti vuol dire che sono palesi le asimmetrie negoziali, purtroppo l’UE si è ritrovata con la paura di dover dare immediatamente delle risposte e inizio a pensare che il vaccino ormai sia più una questione politico-sociale che sanitaria –ha affermato Paragone-. La politica ha bisogno di dire: col vaccino ripartiamo e dall’altra parte gli altri vogliono fare profitto. Io non credo che il vaccino potrà realmente risolvere i problemi perché i tempi di somministrazione e gli effetti saranno lunghi. Noi li chiamiamo vaccini e poi nei contratti, per quel poco che siamo riusciti a vedere, c’è scritto che le multinazionali del farmaco ebbero la possibilità di trasformare unilateralmente il contratto passando da fiale a dosi. Loro ti danno una serie di boccettine che sono le fiale, poi hanno capito che non avevano le fiale sufficienti e quindi dissero che da una fiala si potevano estrarre prima 5 dosi, poi 6. Quando hai lo stesso numero di fiale, ma aumenti le dosi e dici che serve una siringa particolare, il sistema va in palla. Se mi si dice che le varianti aumentano e sono più aggressive, non capisco come un vaccino testato un anno fa possa essere efficace nella stessa misura a fronte della mutazione del virus. In nome dell’emergenza hanno combinato dei grandi casini in questo anno, temo che anche sui vaccini verrà fuori qualcosa, magari che non saranno efficaci come dicono. Sulle mascherine non c’è un’omologazione riconosciuta, ognuno si autocertifica il proprio lotto di mascherine. Abbiamo talmente paura di quello che può accadere dopo che ci accontentiamo di qualsiasi verità”.